A quasi una settimana dall’inizio delle lezioni in presenza solo per il 25% delle ore, gli orari previsti fino al 24 novembre, giorno in cui scade il Dpcm, sono stati completati e verranno pubblicati nelle prossime ore sui siti degli istituti scolastici superiori.
Un provvedimento che, di fatto, ha svuotato le scuole superiori che in questi giorni sono insolitamente silenziose, le aule sono quasi tutte vuote eccetto quelle dove si effettuano le lezioni e quelle utilizzate dagli insegnanti per la didattica a distanza, in quasi tutti gli istituti i professori, a differenza di quanto avveniva durante la quarantena, si collegano da scuola, questo permette una maggiore qualità delle connessione e la possibilità, in caso di bisogno, di avere un intervento tempestivo da parte del tecnico informatico. Resta comunque surreale l’idea di una classe vuota con solo un insegnante che parla davanti a una telecamera.
Per chi invece ha la fortuna di poter frequentare le aule sono animate, i banchi distanziati e le finestre ciclicamente aperte per il cambio dell’aria.
“Non è stato facile organizzare tutta la turnazione – spiega Emiliano Usai insegnante di riferimento per la didattica al liceo Livi – ma siamo riusciti a farlo garantendo nella sede e nella succursale la presenza di un numero omogeneo di classi”.
Passare da un orario prevalentemente in presenza a uno quasi completamente in dad è sicuramente un passaggio brusco. “Forse si poteva cominciare con un orario a metà in distanza e a metà in presenza – spiega Paolo Cipriani dirigente scolastico del Marconi – per evitare poi di svuotare improvvisamente le scuole che sono veramente tristi senza i ragazzi. Temo anche che con l’emergenza sanitaria si perdano anche aspetti importanti come la formazione per questo continuiamo a mantenere attivi corsi a distanza per gli insegnanti”.
Al di là degli aspetti tecnici e organizzati più o meno riusciti la dad continua a non piacere ai ragazzi che, forse a differenza degli anni scorsi, non vedono l’ora di tornare in classe, anche se con orario ridotto.
“Preferisco le lezioni in presenza – spiega Alessandra Enrichiello studentessa del quinto anno del liceo Livi – però capisco che stiamo vivendo un momento particolare e che si debba evitare l’aumento dei contagi. Qui al Livi sono state privilegiate le quinte e credo sia stato giusto”
“La didattica a distanza – spiega Jeremy Di Sano – è difficile da seguire a casa non sempre le connessioni funzionano inoltre ci sono troppe distrazioni, capita spesso che mi madre faccia partire l’aspirapolvere nel mezzo di una lezione”
Anche al Marconi, dove i laboratori sono fondamentali, si bocciano le lezioni a distanza
“In presenza – spiega Tariq Aboulfattah – si impara molto di più la dad è dispersiva anche per i problemi di connessione che si verificano spesso. Sono contento di stare qui”
Ma quello che pesa di più è la mancanza dei rapporti umani: “Stare davanti ad uno schermo per tante ore – racconta Edoardo Pieroni del Marconi – è faticoso manca il rapporto con gli insegnanti e i compagni”
Frequentare in presenza permette anche di utilizzare laboratori “Questa settimana – spiega Matteo Frosini – è il mio turno per lo stage al bar didattico un’attività che mi è mancata durante la quarantena. Un’occasione per migliorarmi proprio nella materia d’indirizzo”
Felici di essere a scuola in generale tutti gli studenti del Datini “Qui mi concentro meglio – spiega Giulio Tani, IV alberghiero – e poi possono chiedere chiarimenti se non capisco.”
Per Chiara Biagini e Emily Coppola, che oggi avevano il turno di reception all’ingresso della scuola le lezioni in presenza sono una boccata d’ossigeno: “Ci siamo rimaste male quando abbiamo sentito che dovevano riprendere a fare tante ore di didattica a distanza. Qui ci sentiamo sicure dal punto di vista sanitario”.
Bocciatura senza appello per la dad anche per Martina Mazzanti : “Decisamente più bello essere in classe con i miei compagni” e per Nisrine Tagra “In classe si impara molto di più anche perché possiamo trattare molti più argomenti rispetto alla didattica a distanza”.
Viaggio fra gli studenti delle superiori, la didattica a distanza non piace: “A scuola ci sentiamo sicuri”
Dal Livi al Datini, passando per il Marconi i ragazzi preferiscono le lezioni in classe anche perchè a casa le connessioni sono difficoltose e le distrazioni molte. Apprezzati gli sforzi dei presidi di garantire a tutti almeno due giorni in presenza
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