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“Sabato sera ho ritrovato Prato“. E’ il commento del candidato sindaco Roberto Cenni davanti a un Politeama letteralmente stracolmo e vivo, con tanta gente motivata, attenta, pronta all’applauso ma anche al confronto di idee e a discutere le proposte via via emerse. La Serata della cultura e dello spettacolo mette sulla ribalta, insieme a Cenni, Giorgio Panariello, il regista Paolo Magelli, il presidente della Camerata Pratese, Alberto Batisti, l’attrice Valentina Banci, l’attore Luca Calvani, il mercante d’arte Fabrizio Moretti. Tante testimonianze qualificate, qualche rammarico per le grandi potenzialità ed energie di Prato sul fronte della cultura, dell’arte e dello spettacolo, disperse e affogate nel “grigio” di una gestione burocratica e sclerotizzata. A legare il tutto la conduzione di Walter Santillo ma soprattutto un Panariello in grande spolvero, presente non per motivazioni politiche ma solo per la grande e collaudata amicizia con Cenni. Un inno all’uomo, anche se non allo schieramento che lo sostiene, che finisce per esaltare comunque il “Roberto” manager, il suo feeling con l’arte, il suo pragmatismo. Gli altri sul palco non sono da meno.Dal palco, intanto, piovono le proposte. Panariello, fra il serio e il faceto, lancia la Notte dei cantuccini: tanti artisti si esibiscono nei diversi angoli del Centro storico per farlo vivere. Il Giorgio nazionale è pronto a mettere a disposizione la sua conoscenza e i contatti nel mondo dell’intrattenimento. Paolo Magelli si dice invece disponibile a dare un seguito alla serata partecipando, da subito e gratuitamente, a un tavolo delle “intelligenze” in grado di fornire orientamenti per il futuro artistico e culturale della città. Batisti lancia un appello forte per salvare l’orchestra della Camerata, intascando a tal fine un applauso dal pubblico e un impegno da Roberto Cenni.Valentina Banci è amara: per poter lavorare e realizzarsi ha dovuto andar via da Prato: è necessario cambiare perché le grandi energie che il territorio produce e alimenta possano esprimersi compiutamente qui. FabrizioMoretti e Luca Calvani non sono da meno e sostengono l’esigenza di un rilancio culturale dopo un “sonno” che si è protratto troppo a lungo e che ha costretto la cultura ad emigrare da Prato.Cenni tira le somme: “La cultura non si fa con gli stati generali ma generando e raccogliendo le grandi energie, le professionalità e le disponibilità che il settore esprime senza guardare alle casacche, lavorando tutti insieme e mettendole al servizio della città, del suo sviluppo e delle sue scelte“.
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