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Si fa subito incandescente il clima della campagna elettorale in vista del ballottaggio del 21 e 22 giugno prossimi che dovrà indicare i futuri sindaco e presidente della Provincia. Da una parte i candidati del centrodestra Roberto Cenni e Cristina Attucci che sfidano i loro rivali ad un confronto pubblico, dall’altra i candidati del centrosinistra Massimo Carlesi e Lamberto Gestri che declinano l’invito, accusando i loro rivali di voler giocare “sporco” e senza regole.Il sasso era stato lanciato ieri da Cristina Attucci che, senza mezzi termini, aveva invitato Gestri a confrontarsi con lei in almeno cinque incontri pubblici, da tenersi nelle piazze dei principali comuni della provincia. Stamani è stato Cenni a rivolgere anologo invito a Carlesi, stavolta indicando anche luogo e data: domani sera (venerdì 12 giugno) in piazza del Comune e martedì 16 giugno a Maliseti, nei giardini di via Guado. “Credo che i cittadini abbiano dimostrato di credere in un vero cambiamento – dice Cenni – per questo è importante stare tra la gente, parlare e confrontarsi, affinché le persone possano capire quale sia la strada giusta per Prato. Proprio per questo avrei il piacere di incontrare il mio avversario Carlesi per avviare un confronto vero e lo invito pubblicamente ad alcuni dibattiti in piazza, insieme ai cittadini comuni”. Invito che, sottolineano dal comitato che sostiene la candidatura di Cenni, è stato inviato con il debito preavviso.Ma dal campo del centrosinistra non c’è nessuna intenzione di assecondare i desideri di Cenni e Attucci. “Nessuno ci ha chiamati per preparare insieme un confronto in piazza – dicono dal comitato elettorale di Carlesi e Gestri -Ci è soltanto arrivato, peraltro con meno di 36 ore di anticipo, un invito per un faccia afaccia pubblico, che abbiamo declinato. Preprare un confronto e invitare l’avversario a parteciparvi non sta né in cielo né in terra. Un confronto serio si prepara insieme e può avvenire a patto che si trovi un accordo preventivo e meditato tra le parti. Solo in dittatura si procede per “inviti” forzati e solo chi è abituato a dare e a ricevere ordini ritiene che ciò sia normale”.
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