Una stampante 3d per Prato. Da un po’ di tempo Pratosmart, progetto che dall’inizio di quest’anno è nato con lo scopo di diffondere la cultura dell’innovazione in città, ha lanciato una campagna di crowdfunding (raccolta fondi dal basso essenzialmente tramite web o networking) per l’acquisto di una stampante 3d. Qualche precisazione. Cosa significa “cultura dell’innovazione”. Pratosmart, che non è un’entità subliminale ma un’idea partorita da una persona in carne ed ossa, ha come obiettivo quello di creare una coscienza collettiva sul valore del digitale, su quei processi sociali ormai in essere, sull’importanza di accelerare il passaggio verso una città sempre più “smart”, un passaggio che potrebbe essere anche la chiave di volta per il rilancio della città stessa. Innovazione – innovazione sociale – vuol dire trovare soluzioni nuove, diverse da quelle che andavano bene fino a ieri per una società che ormai vive un’epoca ibrida, un po’ reale e un po’ virtuale. “L’innovazione sociale scardina la tradizionale tripartizione Stato-mercato-non profit. Appartiene a tutti i settori, li contamina, ne accentua le intersezioni. Dal riuso di materiali al design, dall’imprenditoria sociale alle politiche pubbliche, dall’arte alla finanza, dalle energie rinnovabili alla comunicazione sostenibile, dall’agricoltura alla robotica.”. Così Matteo Tempestini, quell’essere in carne ed ossa che ha partorito – non stampato in tre dimensioni – Pratosmart, descrive sul suo sito l’ambizione o forse il fine stesso della sua attività. Ad oggi mancano pochi giorni alla chiusura della raccolta fondi per l’acquisto del materiale per la stampante 3d. Altra cosa da chiarire. Che cos’è una stampante 3d? È la sorella del 21esimo secolo della stampante che abbiamo in ufficio, ma anzichè stampare su due dimensioni, stampa su tre assi, sovrapponendo strati di materiale. Ora, la domanda lecita: Perchè una raccolta fondi, per una cifra non inaccessibile (si tratta di circa 650 euro) per acquistare un “aggeggio” come questo? Per Matteo Tempestini l’acquisto della stampante non è che una sorta di pretesto per accrescere la sensibilità degli altri verso i prodotti e le evoluzioni della tecnologia e verso il crowdfunding stesso. “La stampa 3d è il futuro, e rappresenta una delle basi necessarie per creare quelle condizioni culturali per fare una nuova impresa ” . Raggiungere la quota per l’acquisto dei pezzi necessari alla costruzione della stampante è forse ciò che interessa meno all’ideatore di Pratosmart. “Questa campagna mi darà modo di spiegare a Prato come funziona il crowdfounding (anche a livello urbano); come si costruisce una stampante 3d e a che cosa serve oltre che a distribuire tutti i contenuti online”. #pratosmartlab3d è l’hashtag da usare per intavolare una discussione sulla sua campagna e il contesto in cui si inserisce. Ed è questo, che alla fine dei conti, interessa a Tempestini: attivare un circuito di conoscenze e di scambio di informazioni. Quale modo migliore se non coinvolgendo direttamente i cyber-cittadini in un progetto finanziato da loro stessi? E stando alle statistiche del suo sito negli ultimi mesi sono aumentati gli internauti che hanno dedicato un po’ del loro tempo ad interessarsi di innovazione e sviluppo digitale e tecnologico.
“Il prossimo passo – conclude – se arriveremo alla cifra, sarà quello di costruire l’oggetto e cercare di conseguenza di far capire tramite il web cosa è possibile farci e come potrebbe essere usato da ognuno di noi. Se non raggiungeremo la quota fissata, comunque, i soldi verranno destinati ad un’ iniziativa innovativa di valore sociale sulla stampa 3d. Chi innova non rischia mai!”.
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