“Ogni giorno è un'impresa, il tribunale sopporta un carico di lavoro enorme con una pianta organica amministrativa ridotta al minimo: uno squilibrio che non è neanche lontanamente comparabile con gli uffici giudiziari del resto della Toscana”. Niente di nuovo nelle parole del presidente del tribunale di Prato Francesco Gratteri. Niente di nuovo perché la situazione drammatica degli ultimi tempi è la stessa di oggi: pochi cancellieri, pochi assistenti, pochi impiegati. E come se non fosse già abbastanza il problema dell'organico, si aggiunge quello di un Palazzo di giustizia che cade a pezzi e per il quale ogni euro speso per la manutenzione è un euro buttato via perché non si arriva mai alla soluzione. C'è questo e c'è molto altro nella relazione (ad ascoltare c'erano anche il procuratore Nicolosi, gli Ordini degli avvocati, il sindaco e un rappresentante della prefettura) che il presidente Gratteri ha fatto ieri, mercoledì 21 ottobre, al Consiglio giudiziario della Corte d'Appello di Firenze che non ha competenza diretta sulla definizione dei problemi ma ha potere istruttorio per una verifica sullo stato in cui versano gli uffici giudiziari di Prato da trasmettere poi al ministero.
Consiglio giudiziario come autorevole cassa di risonanza, dunque. “L'audizione – ha spiegato il presidente – è servita a fare nuovamente il punto su come stiamo. Riconosco che l'assegnazione di quattro nuovi magistrati è uno degli incrementi più importanti a livello nazionale, ma se non ci sono gli amministrativi si va molto poco lontano. Senza parlare del fatto che mancano gli uffici: non ci sono spazi da destinare ai nuovi ingressi. Da tempo ho chiesto al provveditorato di iniziare un iter per la ridefinizione degli spazi, ma ad oggi non abbiamo notizie su questo”.
Carenze di organico pesanti quelle che da anni sopportano gli uffici giudiziari: rispetto ad una stima del rapporto ottimale per il funzionamento della giustizia che per l'Europa e per il ministero si concretizza in almeno 4 amministrativi per ogni magistrato, Prato non arriva a 2 per ciascun togato. “Difficile tirare avanti il lavoro in queste condizioni – dice il presidente Gratteri – è aumentato in modo considerevole il flusso dei procedimenti che arrivano dalla procura e noi abbiamo un ufficio del Gip che può contare appena su un funzionario e tre assistenti. Nel 2019, per fornire un altro dato, abbiamo celebrato 250 direttissime: un numero esorbitante per le nostre possibilità, ancora di più perché dietro ogni direttissima c'è un grosso lavoro da fare in tempi brevissimi. Si lavora in un clima difficile, teso. Gli amministrativi vanno incontro ad una caduta delle motivazioni, ad asprezze reciproche, ad uno stato di rassegnazione: è una guerra tra poveri. Io ero consapevole di quale fosse la situazione di questo tribunale, so bene che nessuno ha la bacchetta magica, che i problemi non si rivolvono da un giorno all'altro, ma qui siamo arrivati al punto che rappresentiamo le problematiche, chiediamo soluzioni e non c'è nessuno che ci dice che non possiamo avere quello che vorremmo. Più semplicemente, nessuno ci risponde. La giustizia non è un affare privato nostro, la giustizia è di tutti, è dei cittadini che magari pensano che certi rallentamenti, certe disfunzioni dipendano dalla presenza di fannulloni: non nego qualche sacca di infingardaggine o negligenza, ma si tratta di casi limitati”.
E la situazione, senza un intervento risolutivo, potrebbe anche peggiorare: la procura è pronta a passare dagli attuali 7 a 8 sostituti. In soldoni, una maggiore produzione che però deve passare dall'imbuto del tribunale. “Bene il rinforzo dei magistrati – il commento del procuratore Nicolosi – ma anche noi scontiamo la carenza degli amministrativi con tutte le conseguenze che questo comporta”.
“Vogliamo parlare anche delle carenze strutturali? – conclude Gratteri – solo un esempio: gli ascensori sono stati riparati la scorsa settimana e, tempo pochi giorni, uno si è bloccato con una persona dentro”.
Il Consiglio giudiziario ha fissato un nuovo appuntamento il 5 novembre. Dita incrociate in attesa di buone notizie. Almeno una.