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“Il quadro che emerge dagli interventi del governo con la riforma Gelmini e con i tagli dell’ultima finanziaria è di una demolizione della scuola pubblica” non usano mezzi termini i big del Partito Democratico nella prima giornata di mobilitazione contro le politiche nazionali sull’istruzione, in preparazione della mobilitazione di giovedì prossimo a Firenze dei sindacati. Questa mattina l’assessore della Provincia all’Istruzione Ambra Giorgi, i parlamentari Antonello Giacomelli e Andrea Lulli, la responsabile scuola del Pd Tina Santini hanno avuto un giro di incontri con i dirigenti scolastici, i rappresentanti di genitori e studenti di “Datini”, “Gramsci-Keynes” e dell’istituto comprensivo “Don Milani”.“La manovra economica colpisce duramente la scuola – annuncia più che allarmato Bruno Ferranti, segretario provinciale del Pd – dal 1° ottobre saranno tolte risorse per gli insegnanti di sostegno e per una serie di servizi alle famiglie, che d’ora in poi saranno costrette a pagarsi da soli. In questo modo il governo mette le mani nelle tasche delle famiglie. Inoltre, la manovra si abbatterà con una particolare durezza contro i comuni, le provincie e le regioni, che verranno rese incapaci di garantire i servizi”. Condivisione dei toni forti da parte del deputato Giacomelli: “In Parlamento saremo responsabili, ma useremo delle parole nette contro la manovra, perché giunge dopo 2 anni, nel corso dei quali il governo ha negato l’esistenza della crisi. Adesso Berlusconi è costretto ad ammettere, peraltro con un’escamotage patetico la gravità della situazione, intervenendo con dei tagli lineari e indiscriminati applicati sulla scuola e sugli altri settori senza nessun criterio”. A catturare l’attenzione dell’esponente Pd sono state in particolar modo alcune preoccupazioni lanciate dagli studenti sulla costruzione del loro futuro: “Molti ragazzi mi hanno trasmesso la sensazione che per chi ha un’ambizione conviene andare a studiare o a lavorare fuori dall’Italia”. Mentre Tina Santini si scaglia contro gli interventi messi in campo dal governo: “Il tetto del 30%, il grembiulino, il maestro unico dalla destra arrivano sempre degli interventi spot”.Fin qui le dichiarazioni: non meno interessanti i riscontri dalle visite nei tre istituti. Spicca, specialmente, il credito del “Gramsci-Keynes” verso lo Stato per le spese anticipate negli anni scorsi per esami di maturità e pulizie dell’edificio, in tutto ben 287 mila euro che non verranno corrisposti dal governo, il quale negli ultimi anni ha già azzerato il trasferimento di fondi. “L’istituto va avanti soltanto grazie al rapporto speciale con la Provincia, che interviene finanziariamente” spiega Giacomelli. Taglio degli orari dell’offerta formativa e applicazione della riforma Gelmini sono, invece, i problemi del “Datini”. Qualcosa di analogo succederà alle medie-inferiori “Don Milani”, la riduzione da 6 a 2 dell’orario settimanale farà restare in piedi soltanto l’insegnamento, come lingua straniera, dell’inglese con un taglio netto per i nuovi iscritti a tutti gli indirizzi di sperimentazione. Lo spirito di questi interventi viene sintetizzato da Tina Santini: “Negli otto anni di governo la destra ha considerato la scuola soltanto come un bacino dal quale attingere e non come un investimento per uscire dalla crisi”.
Carlandrea Adam Poli