Sessanta metri quadrati di terreno utilizzati per costruire un marciapiede, altri 325 trasformati in verde pubblico: opere a beneficio della collettività realizzate dal Comune di Prato che però quegli appezzamenti non li ha mai espropriati né li ha mai ricevuti in regalo dai proprietari, a differenza di altre aree limitrofe appartenenti alla stessa proprietà. Una storia vecchia di venticinque anni che l'ultimo giorno del 2020 è arrivata al traguardo con la sentenza del Tar che ha condannato l'amministrazione comunale a restituire le aree o, in alternativa, ad acquistarle pagando ai proprietari non solo il valore rivalutato nel tempo ma anche il danno.
I terreni, situati in via Vulcano, via Campi Flegrei e via Larderello, non sono mai rientrati nel Piano di zona di Tobbiana approvato dal Consiglio comunale nel 1989, sottoposto a fattibilità nel 1994 e oggetto di esproprio nel 1995; in quelle delibere, utili a rendere quella parte di Tobbiana conforme alla costruzione di alloggi da parte della cooperativa Abitcoop, rientrarono diversi terreni che, una volta dichiarati di pubblica utilità, furono ceduti volontariamente dai proprietari. Ma quando arrivarono le ruspe, anche ciò che non era finito nella disponibilità del Comune diventò oggetto di occupazione e “irreversibile trasformazione”. In particolare, i due terreni al centro della battaglia legale, sono diventati uno il marciapiede antistante via Vulcano, l'altro verde pubblico a servizio della zona. Ora, dopo una guerra combattuta a suon di delibere vecchissime, di carte e cartine, di numeri di particelle per risalire al frazionamento del terreno e all'utilizzo che in seguito ne è stato fatto e di una corposa documentazione fotografica, il Tar ha riconosciuto le ragioni dei proprietari. “Sono ravvisabili – hanno scritto i giudici amministrativi – tutti gli elementi costitutivi della responsabilità del Comune per danno ingiusto, l'amministrazione ha tenuto un comportamento illecito consistente nella perdurante occupazione dei terreni ed è inoltre configurabile l'elemento soggettivo della colpa, stante la negligenza dimostrata dal Comune nel dar corso alla procedura espropriativa che, in riferimento ai terreni oggetto della controversia, non è mai stata portata a compimento”.
Il Tar ha condannato l'amministrazione comunale a pagare il danno che deve essere calcolato con interessi annui del 5 per cento a partire dal 1995 e fino al giorno della restituzione, oppure all'acquisto calcolato sempre con gli interessi maturati a titolo di “illegittima occupazione” e con un valore al metro quadrato identico (e rivalutato) a quello stabilito per la cessione volontaria degli altri terreni.
Terreni mai espropriati ma usati dal Comune per costruire. Dopo 25 anni il Tar ordina di pagarli ai proprietari
I terreni sono stati trasformati in un marciapiede e in un'area a verde pubblico nell'ambito del Piano di zona di Tobbiana. Duri i giudici amministrativi che parlano di "responsabilità del Comune per danno ingiusto, comportamento illecito e negligenza"
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nadia tarantino
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