Medici di base e pediatri, su base volontaria, effettueranno i tamponi rapidi ai pazienti che devono terminare la quarantena oppure a quelli che sono venuti in contatto con un positivo.
L’accordo è stato firmato a livello nazionale e ora dovrà essere declinato in quello regionale, è già stata presentata una bozza, e poi con ogni singola Asl di appartenenza.
“ Non c’è obbligatorietà per nessuno – ha spiegato Guido Moradei presidente dell’Ordine dei medici di Prato –dipende dall’organizzazione di ogni singolo medico di famiglia. La materia è delicata visto che andiamo a fare i tamponi a soggetti potenzialmente infetti, quindi servono strutture adeguate e proprio nell’accordo con l’Asl dovranno essere definiti meglio questi parametri”. Inoltre, oltre a una struttura idonea, che abbia un percorso ”pulito” bisognerà individuare il momento adatto, ovviamente non si possono utilizzare gli ambulatori quando ci sono altri pazienti”.
Altro problema è quello di avere uno spazio sufficiente per far aspettare i pazienti in attesa della risposta, che se è positiva comunque comporta il tampone nasofaringeo e quindi l’attivazione tramite App del medico della procedura Covid. Nell’accordo si prevede anche la possibilità di utilizzare sia strutture dedicate sia “ambulatori paralleli” vicino a quello dove il medico riceve, realizzabili eventualmente anche con tensostrutture, è prevista anche la possibilità di eseguire i tamponi anche a domicilio. “Oggi – commenta Moradei – va di moda scaricare sulla medicina generale tutte le soluzioni ai problemi: l’ufficio di igiene non riesce a fare i certificati, allora tocca al medico di famiglia, serve vaccinare più persone e manca il personale, allora lo si chiede ai medici di base, serve fare i tamponi, allora si chiamano i medici di famiglia. Sinceramente siamo bravi, ma non riusciamo ancora a fare i miracoli”.
Secondo i calcoli della Fimg, il sindacato dei medici di base in realtà i tamponi a disposizione di ogni medico alla settimana sono 5, un numero infinitesimale che non aiuta a sbloccare la situazione. “I budget dati alle Regioni – spiega il segretario provinciale Alessandro Benelli – sono molto limitati, inoltre stiamo ancora aspettando l’arrivo dei tamponi. Sicuramente ci prendiamo l’onere di fare i tamponi ma valutando i problemi organizzativi e strutturali che non vanno sminuiti”. Gli appuntamenti saranno regolati dalle prenotazioni.
Intanto mancano i vaccini antinfluenzali, da una settimana le farmacie non sono state rifornite.
Tamponi anche dai medici di famiglia ma a Prato potrebbero esserci problemi per la mancanza di ambulatori adatti
Firmato l'accordo nazionale, ora si attende quello regionale dove le Asl indicheranno anche le caratteristiche delle strutture dove potranno essere effettuati, si possono anche utilizzare soluzioni temporanee a fianco degli ambulatori
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