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Studenti di architettura alla scoperta della Chinatown pratese


In cento in via Pistoiese. Alcuni cinesi si sono spaventati e hanno chiamato la polizia. Studenti stupiti: "Non ce la immaginavamo così grande e così chiusa". A febbraio la mostra dei progetti che saranno elaborati dai futuri architetti per riqualificare l'area.


Redazione


Lezione sul campo della Chinatown pratese stamani per cento studenti di architettura dell'Università di Ferrara. Guidati dai professori del dipartimento di architettura, tra cui il pratese Marcello Marchesini, gli studenti del terzo anno hanno invaso via Pistoiese e via Filzi per studiarne ogni angolo e capirne l'essenza per poi poter elaborare idee e progetti specifici per riqualificare l'intera area del Macrolotto Zero. Di fronte a questo fiume di ragazzi armati di macchina fotografica e bloc notes, i tanti cinesi presenti sono rimasti un pò disorientati e interdetti. Qualcuno nei laboratori tessili presenti in una corte interna, si è persino impaurito e ha chiamato la polizia, giunta sul posto con due volanti. Chiarito tutto, il sopralluogo è ripreso normalmente ma a docenti e studenti è apparso chiaro quello che già avevano intuito varcando Porta Pistoiese: Chinatown è parte integrante ma non integrata della città.

Tanti volti occidentali insospettiscono perchè a dominare, qui, sono i tratti somatici orientali. "Non mi aspettavo questa netta chiusura con il resto della città – afferma una studentessa di Padova – immaginavo un luogo più turistico come la Chinatown di New York. Dovremo lavorare sulle connessioni". Notata anche l'estensione del quartiere: "Nella mia città, Ravenna, abbiamo presenza cinese, ma si riduce ad una strada – spiega un'altra studentessa – non credevo che qui a Prato fosse così grande e anche così degradata". Prato sconosciuta; Prato sottovalutata; La dimostrazione che la città non è riuscita a comunicare all'esterno la sua complessità e i suoi problemi se non in occasioni tragiche come ci spiega uno studente di origine siciliana: "Avevo sentito parlare della questione cinese a Prato quando a dicembre sono morti sette operai nell'incendio della fabbrica dove vivevano e lavoravano ma non ne avevo colto in pieno la portata. Ora ho visto con i miei occhi". Il professor Marchesini ci spiega che Ferrara ha la facoltà d'architettura più internazionale d'Italia. Tra i cento studenti presenti stamani, infatti, ce ne sono almeno venti stranieri. "Questo ci permette di portare il caso Prato anche fuori dai confini nazionali". Tra loro c'è anche uno studente cinese che ha scelto Ferrara per studiare architettura. E' il meno sorpreso del gruppo, ovviamente: "In Cina – ci spiega in un italiano incerto – ci sono posti come questo, altri meglio, altri peggio. Ho notato che i cinesi presenti qui sono molto chiusi e invece è importante dialogare con gli italiani. Partiamo da qui".
In questo semestre i ragazzi elaboreranno le loro idee in progetti su cui poi, a gennaio sosterranno un esame. Subito dopo, a febbraio, tutti i lavori faranno parte di una mostra ospitata, ovviamente, a Prato. Un punto di partenza per l'amministrazione comunale che collabora con l'ateneo di Ferrara.
                                                                                                                           E.B.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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