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Sottopasso via Ciulli, il Comune ci riprova e chiede ai giudici d’Appello il dissequestro


E' il quarto tentativo per riaprire l'infrastruttura chiusa dall'ottobre 2010 quando ci morirono tre donne annegate. La novità è rappresentata dalla cassa d'espansione da 25mila metri cubi che l'Asl Toscana centro sta realizzando nella vicina area ospedaliera


Redazione


Entra nel vivo il quarto tentativo del Comune di Prato di ottenere il dissequestro del sottopasso di via Ciulli, chiuso dal 5 ottobre del 2010 quando morirono annegate tre cinesi per l'esondazione del Vella. Stavolta però, l'amministrazione comunale mette sul piatto molto di più di qualche accorgimento tecnico sul sottopasso che in passato non ha affatto convinto i giudici. Stavolta c'è una vasca d'espansione da 25mila metri cubi che l'Asl Toscana centro sta realizzando nella vicina area ospedaliera in funzione della costruzione della nuova palazzina del Santo Stefano ma che metterà al riparo da esondazioni e allagamenti tutta la zona perchè sarà collegata al fosso Vella. In particolare, di fronte al torrente Iolo che non riceve più perchè in piena, il Vella dirotterà la sua acqua nella cassa del Santo Stefano. 
A mettere nero su bianco che tale vasca terrà all'asciutto anche il sottopasso di via Ciulli, sarà l'ingegnere David Malossi dello studio A4 ingegneria di Prato, scelto dal Comune perchè è anche progettista e direttore dei lavori della stessa opera idraulica in corso di realizzazione all'ospedale. Il professionista quindi, conosce perfettamente l'intervento, le problematiche idrauliche della zona e quelle del sottopasso di via Ciulli. Nella sua relazione dovrà spiegare come la vasca del Santo Stefano terrà all'asciutto tutta la zona, sottopasso compreso, anche di fronte a episodi atmosferici eccezionali quale quello verificatosi il 5 ottobre del 2010. Secondo quanto progettato l'opera dovrebbe mettere al sicuro l'area per eventi con tempo di ritorno di 30 e 200 anni e durate da 1 a 36 ore. Orizzonti temporali che dovrebbero fornire garanzie sufficienti per una riapertura in sicurezza. 
Sarà la Corte d'appello di Firenze a decidere. Il sequestro del sottopasso infatti, è strettamente legato alla sentenza del Tribunale di Prato del dicembre 2016 che per la morte delle tre cinesi ha condannato per omicidio colposo plurimo Lorenzo Frasconi, ex dirigente del servizio Mobilità del Comune di Prato e Stefano Caldini, direttore dei lavori del sottopasso. In quella sede infatti fu disposta la restituzione del sottopasso al Comune solo una volta che la stessa sentenza fosse passata in giudicato. I due condannati in primo grado però, hanno presentato ricorso ed è dunque alla Corte d'appello che deve essere presentata l'istanza di dissequestro. L'udienza di discussione è fissata per il 12 maggio. Il Comune punta a depositare l'istanza per la fine di aprile o al massimo nei primi giorni di maggio in modo da dare il tempo al collegio giudicante di esaminare la documentazione ed esprimersi insieme alla sentenza di secondo grado.
 
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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