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“Sono positivo al Covid ma per le autorità è come se non lo fossi”. La denuncia di un lettore


L'esito del tampone comunicato solo al medico e ancora non presente nel sito dei referti, nessuno lo ha contatto per il tracciamento e l'Asl non ha ancora attestato la positività e nemmeno notificato la quarantena: "Tutto è rimesso solo al mio senso civico"


Redazione


Riceviamo da un nostro lettore, risultato positivo al Covid, questa mail dove spiega la sua personale situazione e le tante inconguenze di un sistema di accertamento e di tracciamento che risulta avere ancora troppe falle e lacune. Un'esperienza personale che mette in evidenza i tanti problemi a cui va incontro chi si trova a vivere, suo malgrado, questa situazione.
 
 
Vi scrivo in merito agli ultimi articoli in cui descrivete i ritardi dei risultati dei tamponi; quello che non si evince, e di cui mi stupisco, è che parliate solo della punta dell'iceberg. 
Mi riferisco ad una personale esperienza: il tutto inizia sabato sera 24 ottobre: ho sintomi influenzali e rimango a casa. Martedì riesco a fissare il tampone all' Istituto Medico Toscano; dopo 48 ore ancora nessun risultato, il tempo passa e chiamo il mio medico di famiglia, il quale mi conferma telefonicamente che sono positivo.
Adesso, cosa faccio? “Rimani a casa – mi dice – e attendi la chiamata dell'Asl". Oggi, venerdì 30 ottobre, ancora nessuna chiamata  da parte di una struttura dell'Asl, nessun foglio, peraltro, in cui si dichiara la mia positività, nessun ordinanza di quarantena notificata.
E' di quest'ultimo aspetto che voglio parlare perchè, senza ordinanza, tutte le persone con cui sono stato a contatto non possono entrare in quarantena: ne ho conferma da colleghi cui il proprio datore di lavoro ha richiesto la notifica da parte dell'Asl senza la quale non possono stare a casa. Ed infatti, a conferma di quel disservizio, anche io non sono stato contattato per poter avviare un minimo di tracciamento dei miei contatti durante i primi giorni dei sintomi.
Poi ho pensato anche alla mia auto parcheggiata fuori casa.  A breve ci sarà la pulizia della strada davanti casa. A questo punto decido di chiamare la polizia municipale per far presente il mio stato, ma la risposta è categorica: “Senza un’ordinanza di quarantena non possiamo fare nulla”. Vorrà dire dunque che se prenderò una multa dovrò pagarla.
Nella realtà dei fatti, come immagino che purtroppo avvenga, l'assenza di un documento scritto potrebbe darmi libero arbitrio di uscire, ma il mio senso civico è ancora molto forte: prenderò la multa per non mettere in pericolo altre persone occasionalmente incrociate. Il mio senso civico è ben sviluppato, chi mi fa paura sono quelli che non ne hanno nemmeno un briciolo o soccombono alla disperazione.
Penso poi anche ai rifiuti? scopro che Alia ha un servizio a domicilio e scopro che anche loro hanno bisogno di un documento dal quale si evinca la mia positività, mi credono sulla parola e attivano il servizio. Nella realtà attendo una loro telefonata, ma sono speranzoso, alla fine li ho contattati solo ieri pomeriggio 29 ottobre.
E se non posso uscire per la spesa e per i necessari urgenti farmaci? Mi sono documentato anche su questo e ho scoperto che la Croce Rossa si prodiga nella consegna di generi alimentari e farmaci. Chiamo, indicando che ciò di cui ho bisogno e loro, carini, mi dicono: “Non si preoccupi ci pensiamo noi, ci dia i nominativi, ma tenga presente che ci vorrà almeno una settimana prima che le arrivi il tutto”. Li ringrazio ma rifletto sul fatto che, se necessito di tachipirina, perchè a casa l'ho finita, dovrò attendere una settimana. Fortunatamente ho tanti parenti e amici che conoscendo le mie condizioni cliniche si sono prodigati per aiutarmi, e mi sento molto fortunato in questo frangente. Ma mi chiedo come possano fare tutte le persone che non hanno nessuno e contraggono il virus, senza avere alcuna plausibile risposta.
E che dire dell’applicazione “Immuni”? Una immensa delusione. Si tratta di un’altra piaga, chiamo il numero verde presente nell'applicazione, dico che sono positivo così che tutta la macchina possa entrare in funzione, ma la risposta è “Ci deve pensare l'Asl!” Io ribatto: “Ma loro non mi rispondono al telefono, non mi hanno neanche contattato per dirmi che sono positivo” e l'operatrice mi dice che non può far nulla. A questo punto la saluto e chiudo la chiamata con un velo di tristezza.
Ma i risultati del tampone? dovrebbero esser presenti qui su questo link: https://referticovid.sanita.toscana.it/. Vado a vedere: sono passati più di tre giorni e la pagina mostra sempre la solita scritta: “Attualmente non sono presenti dei referti CoViD19 per te.” C'è anche un link per segnalare i ritardi, ma dopo almeno una trentina di segnalazioni nulla di nulla. Il numero telefonico, invece, dà sempre la stessa risposta: “Il tempo di attesa è maggiore di un ora, siete pregati di richiamare più tardi.” Sta di fatto – e questo mi turba non poco – che, senza quel documento, non possono tracciare i miei contatti e, nonostante io li abbia informati verbalmente, senza un’ordinanza specifica non possono mettersi in quarantena.
A questo punto l'unica cosa che ci rimane è il buon senso delle persone. Il tracciamento è morto, il sistema ha fallito e questo si riverserà su di noi e su tutti quegli operatori sanitari che stanno dando il 1000 per 1000 per combattere questo virus. Il buon senso delle persone è, in definitiva, l'unica speranza di salvezza.
 Samuele Garritano
Edizioni locali: Prato
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
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