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A maggio l'oculista le ha prescritto con urgenza un intervento di cataratta con impianto del cristallino all'occhio destro. Ad oggi non è ancora riuscita neanche a mettersi in attesa perché fino a settembre le liste erano chiuse e ora che sono aperte non risponde nessuno alla segreteria di oculista del Santo Stefano e alle email che sono state mandate. Succede a una pratese di 56 anni, invalida al 75% con gravi patologie tra cui il diabete.
Presa dalla disperazione la donna ha scritto alla nostra redazione per segnalarci l'incubo che sta vivendo. E non è un'esagerazione definirlo tale perché davanti a sé ha due alternative, una peggio dell'altra. La prima è aspettare tempi migliori ma ovviamente più aspetta più peggiora. La seconda è rivolgersi al privato. L'oculista che l'ha visitata a maggio in libera professione non ha perso tempo e le ha proposto l'intervento a 4mila euro. Soldi che la donna non ha e che non è giusto pagare dato che lo stesso dottore lavora anche al Santo Stefano. Prima di proporre prestazioni a pagamento sarebbe auspicabile smaltire le liste d'attesa, tra l'altro molto nutrite a causa del lungo periodo di inattività dovuto al lock down e al lentissimo ritorno alla normalità. "Da un occhio ormai vedo pochissimo e non posso fare l'intervento a pagamento ma più aspetto e più peggioro. – afferma la donna che preferisce restare anonima – Capisco che c'è il Covid però non voglio diventare cieca. Ho un inizio di maculopatia diabetica, aiutatemi".
Presa dalla disperazione la donna ha scritto alla nostra redazione per segnalarci l'incubo che sta vivendo. E non è un'esagerazione definirlo tale perché davanti a sé ha due alternative, una peggio dell'altra. La prima è aspettare tempi migliori ma ovviamente più aspetta più peggiora. La seconda è rivolgersi al privato. L'oculista che l'ha visitata a maggio in libera professione non ha perso tempo e le ha proposto l'intervento a 4mila euro. Soldi che la donna non ha e che non è giusto pagare dato che lo stesso dottore lavora anche al Santo Stefano. Prima di proporre prestazioni a pagamento sarebbe auspicabile smaltire le liste d'attesa, tra l'altro molto nutrite a causa del lungo periodo di inattività dovuto al lock down e al lentissimo ritorno alla normalità. "Da un occhio ormai vedo pochissimo e non posso fare l'intervento a pagamento ma più aspetto e più peggioro. – afferma la donna che preferisce restare anonima – Capisco che c'è il Covid però non voglio diventare cieca. Ho un inizio di maculopatia diabetica, aiutatemi".
La figlia aggiunge che oltre alle email con la richiesta di intervento, ha spedito al Santo Stefano anche dei fax come richiesto dal messaggio registrato della segreteria di oculistica. Nessuno però ha mai richiamato. "Siamo disperate. – afferma – Siamo state sin troppo pazienti capendo che il periodo era e sarà difficile ma ci chiediamo perché nei mesi in cui c'è stata maggiore tranquillità non sia stato recuperato il tempo perso. Ora abbiamo davanti centinaia di persone e non riusciamo neanche a metterci in lista d'attesa. Come ne usciamo? Di certo non possiamo pagare 4mila euro. Già la visita a pagamento fatta a maggio è stata un grande sacrificio".
(e.b.)
Edizioni locali: Prato