Da maggio Angelo (nome di fantasia) vive in un capannone dove fino a quattro anni fa lavorava come fabbro nell'azienda familiare. Uno stanzone vuoto senza riscaldamento, cucina, servizi igienici, con un giaciglio improvvisato come letto: ovunque degrado. Per questo si è rivolto a Notizie di Prato per fare un appello a chiunque possa offrirgli un lavoro che gli permetta di tornare a una vita normale, dignitosa. “Mi sono arrangiato con qualche lavoretto sporadico – racconta – ma ora sta arrivando l'inverno e non posso continuare a stare qui. Mi sono rivolto anche ai servizi sociali e sono in attesa di un appuntamento, per chiedere una stanza soltanto per il tempo che mi serve per ripartire”.
Angelo, fino al 2016, ha lavorato insieme al padre che ora ha 80 anni e vive in un camper. Per fare fronte ai debiti, infatti, ha venduto la casa. Poi ha convissuto per qualche periodo a Firenze e dopo la separazione è tornato a Prato e qui è cominciato il periodo di buio. “A maggio mi sono trovato al punto di partenza – spiega – senza casa e senza lavoro. Per fortuna ho trovato questo posto, almeno un tetto sulla testa c'è. Ma ho 52 anni e posso lavorare, non voglio scivolare verso il degrado e neppure campare con il sussidio del Comune. Capisco che il momento non è facile, ma sono veramente disperato. Ho una buona manualità e ho una bici con cui mi posso muovere, ultimamente ha fatto qualche lavoro di carpenteria, ma va benissimo qualsiasi cosa, basta che mi ridia la dignità”.
Accanto allo stanzone dove vive Angelo c'è anche parcheggiato il camper del padre. “Lui ha una piccola pensione che gli permette di sopravvivere, anche se con tante privazioni. Ormai si è adottato a quella vita e quindi non vuole chiedere aiuto a nessuno. Ma per me è diverso; non ce la faccio più”.
La crisi del 2016, è stata fatale per l'impresa familiare. “Fino ad allora – spiega – siamo riusciti in qualche modo a rimanere a galla anche se il lavoro andava sempre più calando, poi mio padre ha iniziato ad avere gli acciacchi della vecchiaia, aveva 76 anni, e così abbiamo deciso di chiudere l'attività. Io ero fiducioso di poter ritrovare un lavoro, ma non è stato così”.
Senza occupazione e casa, l’appello di un artigiano: “Aiutatami a trovare un lavoro”
A 52 anni è costretto a vivere nel capannone dove aveva l'attività: niente servizi igienici, riscaldamento e cucina, un giaciglio come letto. E' in attesa di un colloquio con l'assistente sociale, ma vuole tornare a guadagnarsi il suo pane come ha sempre fatto
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