Tornano a scuola i bambini cinesi, al comprensivo di San Paolo Mascagni, dove ieri si è registrato il maggior numero di defezioni, questa mattina 15 settembre i banchi vuoti alla scuola primaria erano decisamente meno, soprattutto per le quarte e le quinte, nessuna variazione invece alla scuola dell’infanzia dove le assenze sono ancora tante.
“Sono piccoli segnali – spiega la dirigente scolastica Claudia Del Pace – ma importanti, in una classe dove ieri c’erano dieci alunni oggi erano quindici. Cinque per me è un segnale positivo: l’impressione è che i genitori abbiano voluto testare la situazione e, tramite il passaparola, hanno iniziato a fidarsi. Ho attivato anche i rappresentati di classe, alcuni sono genitori cinesi, per cercare di capire dove sia il problema, sono disposta a far visitare la scuola a tutte le famiglie. L’impressione è che si voglia tutelare i bambini più piccoli”.
Alle superiori, invece la situazione è quasi normale, soltanto al Marconi alcune famiglie hanno chiesto l’attivazione della didattica a distanza. “Per autorizzarla – spiega il dirigente scolastico Paolo Cipriani – ci devono essere comprovati motivi, credo che questo non sia il caso. Comunque è un problema che dovrà essere affrontato tra tutti i dirigenti scolastici e le amministrazioni per trovare una soluzione comune”
Al Livi, invece per una trentina di ragazzi delle seconde ci sono stati problemi di registrazione per la piattaforma che gestisce la didattica a distanza.
Resta immutata la situazione dei trasporti dove non si registrano grossi affollamenti, spesso non si è raggiunta la capienza dell’80%, ciononostante Cap ha previsto 5 corse aggiuntive dal Polo di Reggiana alla Stazione in caso di bisogno, sempre nell’ottica di evitare il sovraffollamento. Meno utilizzo di mezzi pubblici maggiore il traffico, anche questa mattina viale della Repubblica è rimasto paralizzato, anche perché molti genitori, non potendo più parcheggiare si fermano nel mezzo della strada per fare scendere i figli.
Resta ancora il problema degli insegnanti, a rilento procedono le assegnazioni del sostegno e delle cattedre per materia, restano quindi gli orari ridotti in attesa di completare l’organico, si spera dopo le lezioni regionali.
Diversa la situazione del personale Ata assegnata in regime anticovid, qui i posti ci sono ma in pochi accettano l’incarico. “Le chiamate – spiega Mario Di Carlo dirigente del Rodari Cicognini – vengono fatte direttamente dalla scuola , ma in molti hanno preferito rinunciare in attesa delle nomine da parte dell’ufficio regionale che garantiscono un contratto più lungo, fine giugno o fine agosto a secondo dei casi. Una scelta comprensibile, visto che il contratto previsto per il personale in aggiunta per l’emergenza Covid può essere revocato nel momento in cui l’emergenza sanitaria termina, ma che ci penalizza moltissimo”.
Scuola, alle Mascagni i bambini cinesi cominciano a tornare sui banchi
La situazione nella scuola dove ieri c'erano state quasi la metà di assenze, la preside Del Pace: "Segnale incoraggiante, iniziano a fidarsi delle nostre procedure". Al Rodari/Cicognini non si trova il personale Ata disposto ad accettare le nomine con il contratto emergenza Covid
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