“Il Piano triennale del fabbisogno di personale presentato in questi giorni dalla Asl Toscana centro parla di un taglio di quasi 300 lavoratori e questo a conferma della volontà di voler continuare a praticare riduzioni sulla sanità pubblica”. E' grande la preoccupazione della Funzione pubblica della Cisl Firenze-Prato. Il segretario, Massimo Cataldo, avverte: “Un'operazione che sembra non fare sconti a nessuno coinvolgendo infermieri, ostetriche, oss, personale tecnico sanitario, amministrativo e dirigenziale, medici. Ad oggi non sappiamo le ricadute sui vari territori della Asl Toscana centro, ma conosciamo l'ammontare del risparmio atteso nei prossimi tre anni: 14 milioni di euro”. Il taglio consiste nel non procedere a rinnovi dei contratti in scadenza e a non fare assunzioni a fronte di dimissioni e pensionamenti. Insomma: nel giro di tre anni usciranno di scena 300 lavoratori che non saranno sostituiti.
Cataldo fa il punto sull'attuale situazione e sottolinea la carenza di personale : “Durante le feste di Natale il pronto soccorso di Prato ha rischiato di implodere per via del picco influenzale che ha aumentato la richiesta della popolazione. Una situazione creata dal fatto che negli ultimi mesi sempre molti professionisti della salute hanno deciso di abbandonare il pubblico impiego per seguire altre strade”. Il quadro, stando alle parole del sindacato, non è confortante, anzi: “Che la sanità toscana ha seri problemi è sotto gli occhi di tutti, che i problemi sono causati da una gestione poco oculata e non lungimirante anche: questo aggrava lo stato di salute di chi, dovendo occuparsi di curare, deve a sua volta essere curato. Ma come si può curare un malato solo con un brodino e una corta, corta peraltro”?
Il ragionamento vale non solo per Prato, ma anche per Empoli e per diversi ospedali fiorentini e pistoiesi: “Non stanno bene i pronto soccorso ma neppure i reparti – ancora Cataldo – alcuni presidi avevano chiuso un po' di posti letto per Natale a causa della carenza di personale – spiega – poi, visto gli afflussi, sono stati costretti alla riapertura e noi ci chiediamo: con quali lavoratori”?
La domanda è chiara e semplice: “C'è davvero la volontà di fermare la sanità pubblica? Nel 2023 – spiega il segretario Fp Cisl Prato-Firenze – le esternalizzazioni praticate verso il privato hanno generato, o almeno così ci risulta, un incremento di spesa che se fosse stato investito nelle assunzioni, avrebbe portato una boccata di ossigeno nelle strutture, sia assistenziali che territoriali, dando risposte ai cittadini ed evitando l'intasamento di ospedali e pronto soccorso. I progetti che girano possono anche convincerci, ma per come stanno andando le cose nutriamo dubbi sulla loro attuazione”.
Non manca il commento sull'aumento dell'Irpef varato dalla Regione Toscana per sistemare i conti della sanità: “Il malumore c'è ed è palpabile, allo stesso modo – spiega il sindacalista – del mancato pagamento in un'unica soluzione, a dicembre, dell'anticipo di indennità dovuta per l'assenza del rinnovo del contratto scaduto nel 2021. A questo aggiungiamo che per il direttore della sanità toscana c'è stato un aumento di stipendio, proprio a dicembre”.
Infine, un appunto sulle continue aggressioni contro il personale: “Abbiamo aperto uno sportello antiaggressioni con la disponibilità di un servizio di patrocinio legale che – dice Cataldo – dovrebbe essere prerogativa dell'azienda e non del singolo dipendente”.
Sanità, tagli per 14 milioni in tre anni sul personale. Cisl: “Così si rischia di affossare i servizi”
La Asl Toscana centro ha presentanto il Piano triennale del fabbisogno di personale. Preoccupazione per la fuoriuscita di 300 lavoratori che non saranno sostituiti: "Si conferma la volontà di continuare a praticare riduzioni - dice il sindacato - la sanità deve curare ma è la prima ad aver bisogno di medicine"
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