Centinaia di lavoratori sospesi nel limbo di un vuoto legislativo che di fatto non regola il periodo di mancata negativizzazione al Covid dopo i 21 giorni. Il Dpcm del 3 dicembre stabilisce che per essere riammessi al lavoro è necessario avere un tampone negativo, ma la Regione Toscana con una nota inviata ai medici di medicina generale e pediatri di famiglia dalla Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana, a firma del direttore Carlo Rinaldo Tomassini, invita : “al fine di attenuare lo stato di difficoltà in cui si vengono a trovare i molti lavoratori che risultano casi positivi a lungo termine per quanto possibile, di dare prosecuzione al certificato di malattia, con particolare attenzione alle attività lavorative che non possono essere effettuate in modalità smart working e a prescrivere i necessari tamponi per la verifica dell’avvenuta negativizzazione”.In questo modo il lavoratore non deve ricorrere alle ferie, prassi utilizzata per i reparti produttivi. Un invito che. però. non convince il il sindacato dei medici di famiglia
“Come sempre – spiega Alessandro Benelli segretario Fimmg provinciale – la responsabilità viene accollata ai medici di famiglia, di fatto dopo 21 giorni il paziente , se nell’ultima settimana non ha palesato sintomi, può uscire andare a fare la spesa muoversi liberamente ma non può andare a lavorare. E’ una contraddizione, la Regione parla di fine quarantena e non di avvenuta guarigione, inoltre chiede al medico di base di valutare la possibilità di un lavoro agile. Credo che non sia compito nostro ma del medico competente dell’azienda”. Il sindacato dei medici chiede anche un intervento dell’Inps. “Sulla piattaforma c’è un codice che fa riferimento alla situazione del portatore asintomatico si potrebbe aggiungere con tampone ancora positivo e bassa carica batterica, ma questa è un’ interpretazione e comunque non sono certo che il lavoratore sia coperto con questa dizione”.
Sulla stessa linea d’onda Guido Moradei presidente dell’Ordine dei medici: “Ci troviamo a dover interpretare una norma statale e una regionale, questo invece di agevolarci ci ostacola. Come sempre cercheremo di adottare il buon senso”.
Perplessità anche da parte dei consulenti del lavoro che, in questi giorni, sono sommersi dalle richieste degli imprenditori. “Il vuoto legislativo – spiega Massimo Mancini – non è stato colmato, non credo che ricorrere alle ferie sia la strada giusta, penso invece che sia necessaria una concertazione con i sindacati”.
E proprio la Cgil, a cui nelle ultime settimane si sono rivolti molti lavoratori, ha scritto al presidente dell’ordine dei medici per chiedere di attuare quanto sollecitato dalla Regione: “Bisogna procedere senza incertezze e titubanze –scrive il segretario provinciale Lorenzo Pancini – per sostenere con forza tale raccomandazione nei confronti degli associati all’ordine, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che, in assenza di un intervento, rischiano di continuare a non avere copertura retributiva e contributiva fino all’avvenuta negativizzazione del tampone”.
Rientro negato al lavoro per tanti lavoratori risultati positivi al Covid, la Cgil scrive all’ordine dei medici
La Regione sollecita i medici di famiglia a rinnovare il certificato di malattia, i dottori denunciano un'incongruenza con l'ultimo Dpcm, il sindacato chiede un intervento immediato per sbloccare una situazione che dura da settimane
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a.a.