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Recupero ex circolo e asilo di Artimino, parla la fazione contraria: “Calpestata la nostra memoria”


Stefano Peruzzi ci ha contattato per spiegare le ragioni che lo hanno portato, insieme a un'altra trentina di persone, a scrivere al vescovo. Interviene anche il gruppo a favore dei progetti del parroco


Redazione


Nella disputa che sta tenendo banco ad Artimino tra favorevoli e contrari ai progetti di recupero di due storici immobili della parrocchia, l'ex circolo e l'ex asilo, lanciati da don Cristiano d'Angelo per dare nuova vita a questi spazi e raccogliere fondi per ristrutturare la Pieve, raccogliamo gli interventi di alcuni esponenti di entrambe le fazioni dopo l'intervento del vescovo di Pistoia Fausto Tardelli che ha confermato pieno sostegno al parroco (leggi).
Il primo a scriverci è Stefano Peruzzi, noto imprenditore del settore moda, artiminese da generazioni ed ex amministratore della società Quadrifoglio srl, proprietaria dell'ex circolo per conto della parrocchia. La sua battaglia, condivisa da un'altra trentina di persone, contro l'affidamento diretto del circolo a un privato e la trasformazione dell'ex asilo in un B&B: "Così facendo si calpesta la storia della nostra comunità, quella di 56 soci tra cui la mia famiglia, che ha costruito il circolo e quella di don Baldino che molti anni fa ha donato l'immobile di via San Carlo con il vincolo di farci un asilo. – afferma Peruzzi – Questa è la mercificazione e la svalutazione della nostra memoria". Obiettiamo che anche lo storico gestore del circolo, Mario Pucci, agiva come privato. E qui si apre un distinguo formale: "E' vero, ma alle spalle aveva il circolo. – spiega Peruzzi -E' la formula che abbiamo proposto alla famiglia Bitossi a cui don Cristiano ha dato l'immobile: creare un circolo o un associazione che operi per conto della parrocchia e che dia in gestione gli spazi al privato. Ad esempio con Mcl sarebbe velocissimo in quanto non bisogna fare nessuna nuova pratica associativa in quanto il circolo di Artimino è sempre attivo ed è sufficiente inviargli la lista dei soci, del consiglio e del presidente e riattivarlo; oppure Anspi che permetterebbe al parroco, ossia don Cristiano, di essere presidente".
Questa è la stessa strada indicata dall'assessore all'urbanistica Francesco Paoletti per sbloccare i lavori di adeguamento impiantistico e non solo all'ex circolo, fermati dal Comune di Carmignano perché presentati da un privato con conseguente ricorso al Tar da parte della famiglia Bitossi. Veniamo al B&B su cui invece il Comune sembra non avere niente da obiettare dal punto di vista tecnico e che da anni è abbandonato perchè non ci sono più né bambini né suore. La soluzione B&B affidato a privati per 20 anni, comunque non piace al gruppo guidato da Peruzzi che ribadisce: "Ci sono altre soluzioni per la destinazione di questi locali, non ultima la necessità manifestata dal Comune per avere nuovi spazi per asili e scopi sociali. Anche da un punto di vista finanziario questa operazione non apporterebbe denari freschi alla parrocchia (perlomeno nell’arco dei prossimi 10 anni) in quanto i lavori di ristrutturazione andrebbero a compensare l’affitto dei locali, quindi anche questa novella che lo fa per rimpinguare le casse della parrocchia è una storiella che non sta in piedi".
Infine si difendono dall'accusa del vescovo Tardelli,a cui hanno scritto nei giorni scorsi, di confrontarsi sui temi nelle sedi opportune e non sulla stampa: "Ho personalmente scritto al parroco per ben tre volte per cercare di ricucire e di trovare una soluzione condivisa e non ho mai avuto risposta. – afferma Peruzzi – I preti dovrebbe pensare alla comunione, non alla divisione". 
Come dicevamo, c'è anche la fazione che sostiene il parroco nei suoi progetti di recupero del patrimonio immobiliare. E' composta da una sessantina di persone e in un breve comunicato ribadisce le proprie ragioni: "Abbiamo partecipato allo sgombero dell'ex asilo con il cuore pieno di ricordi ma la consapevolezza che niente fosse perduto, ma trasferito nell’oratorio parrocchiale. Per questo motivo fa male leggere che secondo alcuni la nostra scelta sia contro la memoria delle suore e di Don Baldino, convinti che il rispetto verso di loro non passi dal lasciare andare in malora tutto. In prima persona ci siamo attivati in questi 10 anni a trovare alternative coinvolgendo associazioni, volontariato e cooperative, ma vista l’entità dei costi nessuno ha ritenuto opportuno investire. La scelta di dare in affitto il locale è stata fatta perché così ci troveremo con dei locali ristrutturati ma ancora di proprietà della parrocchia che avrà un entrata con l’affitto per poter effettuare i lavori urgenti alla chiesa e alla canonica e magari per aiutare chi ne ha bisogno. Per questo siamo certi che sarà la soluzione migliore". 
 
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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