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“Il presidente Gestri spieghi perché ha agito in questo modo, senza rispettare i criteri di prudenza e di buon senso”. E’ stata disciplinatissima Gabriella Melighetti, ex assessore in Provincia. Subito dopo il siluramento a mezzo stampa da parte del presidente della Provincia, che l’ha privata dell’assessorato al bilancio, non ha voluto rilasciare dichiarazioni nell’attesa di ricevere ufficialmente il decreto di revoca. E, visto che tardava ad arrivare, secondo alcuni per via di un tentativo estremo di ricomporre la frattura, si è presentata personalmente alla riunione di giunta di martedì pomeriggio. Adesso, grazie all’atto che l’ha fatta tornare libera cittadina Gabriella Melighetti si toglie qualche sassolino dalla scarpa, chiedendo conto al presidente della Provincia della condotta seguita sull’assunzione di Giancarlo Cecchi come nuovo direttore generale.“Non ho mai avversato la reintroduzione di questa figura – precisa anzitutto – anche se rappresenta una scelta opinabile, visto che la Provincia può contare già su 190 dipendenti, 6 dirigenti, un presidente ed una giunta. D’altronde lo stesso Mannocci ne fece a meno durante il suo primo quinquennio da presidente della Provincia”. I distinguo sono interamente concentrati sulla figura di Cecchi: “Fin dal mese di gennaio – afferma – emersero i vizi normativi per il mancato possesso della laurea, oltre ai pareri contrari dei 3 sindaci revisori e dei 2 dirigenti con deleghe al bilancio e alla ragioneria. Non si è voluto neppure dare corso alla richiesta di un parere preventivo da parte della Corte dei Conti. Un dirigente è stato privato della propria delega, attribuita poi al segretario generale, che assomma adesso poteri mai visti, un altro è andato in ferie”. Di ritorno la richiesta al presidente della Provincia di spiegare “perché non ha tenuto in considerazione i pareri di dirigenti e sindaci revisori”. Che dal canto loro avevano sollevato, questione della laurea a parte, anche una forte perplessità sulla sostenibilità finanziaria dell’assunzione del direttore generale. L’aggravio di 200 mila euro, ha spiegato il collegio sindacale negli ultimi tempi, è contrario ai vincoli nazionali di bilancio, che implicherebbero il divieto ad incrementare la spesa per il personale nel 2010. La quadra alla fine è stata trovata, per merito di un miscuglio di risparmi mediante il blocco del turn over ed il ritocco verso il basso dei salari dei dipendenti. Il tutto disattendendo i quesiti posti in queste settimane dall’oramai ex assessore al bilancio, riassunti in un preciso modus operandi: “Come da sindacalista ho sempre chiesto agli imprenditori di rispettare i contratti, dentro la giunta ho sollecitato il rispetto delle norme sulla trasparenza, che costituisce un dovere ancora più forte per un’amministrazione di centrosinistra”.Nessuna sorta di pentimento da Melighetti, anzi “ho avuto l’unica colpa di essere scomoda ed al tempo stesso la pedina più facile da rimuovere fra tutti i pareri contrari”. Fra questi, vale la pena ricordare anche quello dell’assessore alle politiche sociali Loredana Ferrara, defilatasi dalla riunione di giunta per evitare di votare “no” alla delibera di nomina di Cecchi. Due pesi e due misure rispetto al dissenso interno? “Indubbiamente Ferrara è un assessore di peso” commenta con una battuta Gabriella Melighetti. Qualche puntura di spillo anche per il Partito Democratico: “Se ho sentito i vertici? Certo, ma dopo la revoca – sintetizza con un po’ di sarcasmo – condivido i presupposti del mio partito, ma le sue scelte allontanano la gente, soprattutto i giovani ed il mancato rispetto della trasparenza non è un buon viatico”. In nome della trasparenza la memoria storica di Melighetti riporta anche ad un cambio d’opinione dell’attuale presidente della Provincia. Era il mese di ottobre 2005, in comune vigeva il sindaco Marco Romagnoli fautore della nomina per 233 mila euro l’anno di un direttore generale. “In quel caso per motivi di opportunità e di costo, da coordinatore della Margherita, Lamberto Gestri avversò la nomina arrivando persino a minacciare una crisi di giunta” ricorda Melighetti.
Carlandrea Adam Poli