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La mancata restituzione dei debiti al Comune di Prato, per una cifra che oramai si aggira ad oltre 7,5 milioni di euro e la nomina del nuovo direttore generale con un aggravio per 180 mila euro di una spesa corrente già abbondantemente lievitata negli ultimi 2 anni. Sono questi le accuse che il gruppo del Popolo della Libertà muove alla giunta guidata da Lamberto Gestri.“In un momento in cui il governo cerca di razionalizzare la spesa la provincia va ad aggiungere la figura del direttore generale, che costerà 180 mila euro l’anno” ha spiegato la capogruppo Cristina Attucci, nella conferenza stampa tenuta questa mattina. “In questo contesto di crisi del distretto si tratta di una nomina impropria – ha rafforzato il concetto Giovanni Luchetti – fra l’altro hanno dovuto fare una modifica del regolamento ad personam, perché il neodirettore Giancarlo Cecchi non aveva i requisiti richiesti dal Testo Unico”, ovvero né la laurea né una precedente esperienza nel settore pubblico. Un’altra cosa che non torna al Pdl è la tempistica della nomina “attualmente opera a titolo gratuito come consigliere personale del presidente Gestri, in attesa di essere regolarizzato in futuro, ma i sindaci revisori hanno espresso parere contrario” ha sottolineato il consigliere Pdl, Bini. Secondo il quale “la virtuosità sbandierata dalla Provincia in questi anni si spegne di fronte ai numeri del bilancio. Dove si colloca questo virtuosismo?”. Forse nei tagli al consiglio e alle commissioni, sgraditi a Bini “nel corso degli ultimi anni le spese per gli organi di democrazia sono state ridotte del 40% (oggi il gettone di un consigliere provinciale ammonta a 90 euro, ndr)”.Per questo per la capogruppo Attucci le difficoltà legate al rispetto dei vincoli del patto di stabilità, denunciato a più riprese dalla giunta provinciale “è soltanto un paravento, piuttosto manca una volontà di intervenire visto che nei primi 6 mesi dall’amministrazione non è venuta neppure uno straccio di proposta per le infrastrutture, che potrebbe portare ad un nuovo sviluppo. Col rischio di ritrovarsi fra 5 anni nella stessa situazione di adesso se non ci si muove adesso nella pianificazione di nuove infrastrutture”. “Negli ultimi due anni è esplosa la spesa corrente, facendo mancare in questo modo i residui attivi per finanziare la spesa in conto capitale” e quindi per restituire i debiti al comune di Prato come ha analizzato Giovanni Luchetti. In questo “è stata messa in difficoltà l’amministrazione comunale, che con quei 5 dei 7,5 milioni di euro di crediti scaduti da anni avrebbe fatto fronte alla situazione disastrosa dei conti lasciata dal centrosinistra e mantenuto il proprio patto di stabilità”. Non solo, per Luchetti la presenza di debiti rendicontati e sollecitati da tempo in favore del Comune di Prato è la dimostrazione che “nelle precedenti legislature non c’è stata una conciliazione dei conti fra le due giunte. E’ mancata un’attività di programmazione concordata, agivano in maniera completamente diversa”.
Carlandrea Adam Poli