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Provincia, dibattito acceso sul direttore generale. Gestri: “Figura indispensabile per far funzionare l’ente”


Redazione


“Una priorità assoluta, che permetterà alla Provincia di rispondere in maniera ancora più efficiente ai cittadini e alle istituzioni”. E’ questo il senso della nomina del direttore generale secondo il presidente Lamberto Gestri. Ieri pomeriggio, nel corso della seduta del consiglio provinciale, Gestri  è intervenuto sull’argomento in risposta a due question time e ad un’interrogazione presentati rispettivamente dai gruppi di Pdl, Idv e Udc. “E’ un passaggio importante, decisivo per il futuro di questa giunta” ha dichiarato Gestri, spiegando la necessità della reintroduzione di una simile figura, abolita dal predecessore Massimo Logli, nell’ultimo anno di legislatura. “In campagna elettorale ripetevo sempre che l’immagine della Provincia era ottima, l’organizzazione efficiente con risposte in tempo alle esigenze dei Comuni. Dopo ho scoperto che la situazione non era tutte rose come la immaginavo”. La resipiscenza di Lamberto Gestri è dettata dalle difficoltà quotidiane “da non sottacere” riscontrate nella funzionalità della macchina amministrativa con alcuni casi limite “di dirigenti e lavoratori che vogliono andare via, perché non c’è la volontà di lavorare insieme”. D’altronde appena insediato “abbiamo dovuto firmare migliaia di mandati per smaltire l’arretrato” da qui anche la necessità di snellire in futuro le procedure. In questo si inserisce il direttore generale “una persona che farà da stimolo a chi dovrà attuare il programma della giunta”.La coerenza nell’opera di riorganizzazione è stata difesa anche a proposito della scelta dell’ente di disdire l’affitto per gli uffici, col ritorno di tutta l’amministrazione nei palazzi di proprietà della Provincia: “Si è trattato di qualcosa di propedeutico e non disgiunto alla nomina del direttore generale”. Per questo i 200 mila euro che verranno spesi dalla Provincia (dei quali 80 mila finiranno nella busta paga di Giancarlo Cecchi) “sono soldi ben investiti”. Gestri ha smentito, inoltre, la necessità della laurea (Cecchi ha il diploma di ragioniere) “abbiamo fatto le verifiche con i 3 più importanti studi legali di Firenze e hanno detto che il Testo Unico non prevede questo requisito”.Caute le risposte dell’opposizione “sicuramente è una figura molto controversa, visto il parere negativo di 2 revisori dei conti su 3. Si tratta di una scelta in contrasto con il passato” ha affermato il consigliere dell’Udc Francesco Querci. Che non ha nascosto le sue perplessità sulla modifica del regolamento: “Mi è parsa una cosa molto strana. La laurea resta un requisito minimo, ma rilevante, idoneo a manifestare una certa professionalità”. E sul costo perché “va ad incidere sul Patto di Stabilità e potrebbe andare ad impedire altre scelte”. Discorso condiviso dal Pdl Riccardo Bini, che si trova d’accordo con l’analisi sui problemi della macchina amministrativa illustrata da Gestri, “è un costo sproporzionato, nel Comune di Prato, dove governiamo, abbiamo deciso di non avere un direttore generale e non ci manca”. Il consigliere pidiellino è “infastidito da questa precipitazione nella nomina di Cecchi a consigliere del presidente: lascia adito a qualcosa di già precostituito”. La stessa introduzione a titolo gratuito per Bini “è uno schiaffo a chi lavora”. “Sulla scorta del sistema Toyota, dove i lavoratori conoscono ogni fase della catena di montaggio potremmo introdurre in Provincia per ogni carica di nomina il metodo delle audizioni” ha ipotizzato l’Idv Mario Tognocchi, autore dell’unica domanda d’attualità presentata sulla questione dalla maggioranza consiliare.Infine il consiglio provinciale di ieri ha trovato l’adesione di tutti i gruppi nel devolvere il gettone di presenza agli alluvionati del Calice. I gruppi del Pdl, Lega e Udc hanno deciso che lo faranno in occasione della serata di beneficenza che stanno organizzando al Politeama.

Carlandrea Adam Poli

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