Riduzione dei tempi di attesa per un letto, passati da oltre 40 a 16 ore, e dimissioni più veloci nelle Medicine, scese da 9 a 7 giorni di media. Il piano straordinario dell'Asl Toscana centro per il Santo Stefano sta funzionando. Certo, non è la soluzione a tutti i mali del sottodimensionato nosocomio e ci sono ancora margini di miglioramento, ma il percorso dimostra di ridurre i disagi per i pazienti e fa girare l'ospedale sette giorni su sette.
Stamani, 14 novembre, in occasione della visita del presidente della Regione, Eugenio Giani, è stato fatto il punto sui primi sei mesi di sperimentazione della nuova organizzazione che ha come fulcro il servizio Ama, ossia la presa in carico precoce dei pazienti che hanno passato il vaglio del pronto soccorso e attendono un posto letto (il cosiddetto boarding). Attesa che al Santo Stefano può anche tradursi in giorni.
Con Ama, anzichè attendere per ore su una barella del pronto soccorso, i pazienti trovano posto in uno dei 36 letti allestiti nell'ex Obi, al primo piano dove gli internisti o gli specialisti iniziano subito la cura. La permanenza massima è di 48 ore. Il 20% dei pazienti viene rimandato a casa con un percorso diagnostico e di controllo già calendarizzato.
Il modello, pensato dai capi dipartimento delle Specialistiche medice e dell'Area Emergenza Urgenza, Giancarlo Landini e Simone Magazzini, sarà esportato anche negli altri ospedali dell'Asl Toscana centro e permetterà ai medici del pronto soccorso di occuparsi solo dei nuovi accessi e delle emergenze, ossia quello per cui sono stati formati.
Ai numeri del servizio Ama si aggiunge la ventina di letti che viene liberata ogni giorno nei reparti grazie a operazioni di dimissioni più veloci e anche nei fine settimana, cosa che prima non veniva fatta paralizzando il sistema e sovraffollando il pronto soccorso, il secondo della Toscana per accessi. "Da un momento negativo e brutto siamo riusciti a tirare fuori qualcosa di positivo. – afferma il direttore generale dell'Asl Toscana centro, Paolo Morello Marchese – Ringrazio tutti dello sforzo profuso e della capacità di ripensare se stessi. Abbiamo alzato lo standard. Ora il sabato e la domenica sono come il martedì e il mercoledì. Non è eccessivo dire che è un momento storico e rivoluzionario".
A proposito di pronto soccorso. Tutto risolto? Purtroppo, a differenza della visita ad agosto dei vertici Asl, oggi questo spazio non è stato oggetto di sopralluogo e dunque non possiamo testimoniare le sue condizioni. Per la direttrice del Santo Stefano, Sara Melani, al netto dei casi pediatrici e ginecologici, gli accessi sono circa 190 al giorno e restano in attesa di un letto una ventina di persone per, come detto, al massimo 16 ore. "Stiamo lavorando – afferma Melani – a una implementazione della presa in carico precoce con gli internisti che scendono giù in pronto soccorso per iniziare il percorso di cura in attesa di una sistemazione più adeguata".
La soluzione definitiva a tutti i mali del Santo Stefano arriverà con la costruzione della nuova palazzina (in corso l'assegnazione dell'appalto, ndr) e con il potenziamento del personale. Su quest'ultimo punto il presidente Giani non ha preso impegni specifici a causa degli enormi problemi di bilancio della Regione: "Se vi sarà l'implementazione del fondo sanitario da parte del governo come rimborso delle spese Covid e del caro bollette, le priorità delle risorse le mettiamo sul personale".
Un impegno rimarcato anche dalla consigliera regionale Ilaria Bugetti, non presente stamani ma comunque aggiornata sulla situazione: "Mi fa molto piacere che il presidente Giani oggi sia venuto in visita all’ospedale Santo Stefano, confermando un’attenzione sempre viva nei confronti del nostro territorio e dei suoi bisogni. Purtroppo per altri impegni non differibili non sono potuta essere presente, ma ritengo fondamentale mantenere un’attenzione costante sulle necessità della nostra città in materia di sanità affinché siano manifeste a livello regionale. In questo momento abbiamo un grande obiettivo, che va di pari passo con il piano di riorganizzazione per la presa in carico precoce dei pazienti messo in atto nei mesi scorsi, seguendo le linee regionali in materia, dal Santo Stefano (che sarà preso a modello da altre realtà): lavorare sul potenziamento del personale, in particolare quello del pronto soccorso, per far sì che il nostro ospedale sia in grado di rispondere sempre meglio alle esigenze dei cittadini e per dare respiro a tutti quei professionisti che prestano la loro preziosa attività per far fronte alle emergenze. A tutti loro, medici, operatori sanitari e personale di ogni genere, va il mio ringraziamento per il loro instancabile impegno».
Pronto soccorso, il modello Prato per ridurre le attese di un letto fa scuola e sarà esportato negli altri ospedali
I tempi sono scesi da 40 a 16 ore e la media delle dimissioni dalle Medicine è ora di 7 giorni rispetto ai 9 di prima. Stamani visita al Santo Stefano di Giani che non dà garanzie sulle nuove assunzioni: "Dipende dalle risorse che il Governo ci darà"
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(e.b.)
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