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Una tecnologia altamente innovativa a sensori ottici a infrarossi (Nir) capaci di riconoscere e differenziare i tessuti per tipologia di fibra tessile e colore, con una potenzialità di trattamento di 4 tonnellate l'ora che a bassissimo impatto ambientale, permetterà di recuperare 32mila tonnellate annue di rifiuti tessili su un totale di 34mila, pari al 94%, dentro i target previsti dal Pnrr. Ecco svelato "il cenciaiolo 4.0", l'evoluzione dell'attività di recupero che il distretto pratese fa da 200 anni e che vuole continuare a fare come capitale europea del riciclo tessile.
L'hub di cui tanto si parla in questi giorni, è stato presentato questa mattina, 4 febbraio, dal Comune di Prato e da Alia servizi ambientali che lo realizzerà e gestirà alla presenza di tutte le categorie economiche e sociali della città a dimostrazione dell'importanza dell'impianto per il futuro del distretto e quindi della città. Al termine della presentazione, i soggetti hanno siglato un protocollo d'intesa sull'implementazione degli obiettivi del progetto.
L'impianto, il cui sistema tecnologico è di Tecnotessile, darà lavoro ad almeno 50 persone e sarà contenuto in un capannone di 7.800 mq su un'area complessiva di oltre 21mila, individuata, come è ormai noto, su un terreno comunale in via di Baciacavallo, accanto a Gida. Previsto il passaggio di otto camion in più al giorno.
La porzione già in uso ad Alia non ha bisogno di cambio di destinazione urbanistica al contrario degli attuali campi di calcio del Paperino che a breve si sposterà nella nuova struttura in via Lille.
La porzione già in uso ad Alia non ha bisogno di cambio di destinazione urbanistica al contrario degli attuali campi di calcio del Paperino che a breve si sposterà nella nuova struttura in via Lille.
Costerà 18,5 milioni di euro e dal Pnrr, attraverso il bando del ministero della Transizione ecologica che scade il prossimo 14 febbraio, dovrebbero arrivare 2,1 milioni. Il resto sarà coperto da Alia che poi li recupererà con la messa in funzione dell'impianto per il quale le imprese pagheranno una tariffa d'ingresso e il prezzo dell'acquisto del prodotto recuperato in uscita. Alia ha stipulato un accordo con gli altri gestori toscani perché l'impianto sia l'unico in Toscana. Se il progetto sarà bocciato dal Pnrr, Alia andrà avanti comunque per la sua strada anche perchè a breve scatterà il divieto di conferire in discarica questo rifiuto.
A fronte di una prima cernita manuale, per la selezione di indumenti idonei al riutilizzo previa sanificazione e all'eliminazione di bottoni e cerniere, l'impianto separerà in maniera automatica i rifiuti tessili in ingresso al fine di consentire l’avvio alle successive operazioni di riciclo, garantendo alle aziende utilizzatrici materiale selezionato da poter reimmettere nei cicli produttivi. Delle 34mila tonnellate annue, 14mila sono pre consumo, ossia scarti di produzione, pari alla metà dei rifiuti prodotti dal distretto tessile ma sembra non dalla filiera dei pronto moda cinese. Il resto è post consumo (usato), circa 20mila tonnellate che è l'intero fabbisogno della Regione. Il residuo della selezione, circa 2mila tonnellate, andrà in discarica o sarà incenerita ma Alia sta lavorando a una nuova impiantistica industriale per l'area metropolitana che permetta di superare questi metodi standard.
COME SIAMO ARRIVATI ALLA SCELTA DI BACIACAVALLO
Il bando Pnrr prevede tre tipi di criteri, tutti afferenti la salvaguardia della salute pubblica: escludenti, penalizzanti e preferenziali. I primi, che quindi comportano non idoneità, sono ben 17 e riguardano distanze da case e da pozzi e rischio idraulico; i secondi sono 14 e i terzi 9. Su questa base sono stati vagliati 14 siti di cui 13 nel Comune di Prato. L'unico a non presentare neanche un motivo escludente, è quello in via Baciacavallo, accanto a Gida.
Vediamo quelli scartati. Si tratta di aree pubbliche o che erano già state valutate per impianti di trattamento rifiuti non pericolosi, nel precedente percorso per l’individuazione di un’area per trattamento inerti. A questi si aggiunge un'area a Vaiano individuata da Confindustria Toscana Nord, frutto della ricerca tra tutti i consorziati sulla disponibilità di aree.
Via delle Lame (due motivi escludenti tra cui la pericolosità idraulica e uno penalizzante, non è di proprietà pubblica); Mazzone (un escludente, riguardante la pericolosità idraulica e due penalizzanti: area agricola di pregio e privata): zona Calice (due escludenti e altrettanti penalizzanti: pericolosità idraulica, area privata interessata da piano attuativo); viale Manzoni (anche qui doppia doppietta tra vicinanza alle case e a un pozzo, vincoli paesaggistici e proprietà privata); via Lille-via del Ferro (un motivo escludente e uno penalizzante perchè troppo vicina alle case e legata ad accordi regionali perchè dentro il Parco della Piana. Ci sono però anche due preferenziali: presenza di infrastrutture e destinazione servizi); parcheggio via Lille 1 e 2 (per entrambi due escludenti: troppo piccola e vicina alle case e un preferenziale: presenza di infrastrutture); via Paronese (tre escludenti: vicinanza a metanodotto, elettrodotto e residenze. Un preferenziale: presenza di infrastrutture); via Toscana, futura sede di Consiag servizi comuni: (tre escludenti: vicinanza a elettrodotto, pozzo e case); Macrolotto 2 via Berlinguer (tre escludenti: pozzo, elettrodotto case. Due penalizzanti: privata e necessario accordo con Regione perchè è nel parco della piana. Un preferenziale: infrastrutture); Capezzana (due escludenti: vicinanza a pozzo e residenze; due penalizzanti: parco della Piana e in parte sede futura della protezione civile);
via Firenze area ex Magazzini generali (Due escludenti: vicinanza a case e ferrovia; un penalizzante: viabilità non adeguata). Edificio industriale in via di Moschignano 17 a Vaiano (escludenti: vicinanza a case e rischio idraulico).
TEMPISTICA. Progetto definitivo. gennaio -giugno 2022. Autorizzazione ambientale Unica regionale: luglio 2022 /settembre 2023. Progetto esecutivo: luglio 2023-marzo 2024. Esecuzione delle opere: aprile 2024-giugno 2026 (avvio collaudo delle opere entro marzo 2026).
(e.b.)