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Emanuele è un bambino che a settembre compirà nove anni. Abita in Lombardia con la mamma, il babbo e una sorella più grande. Ha due grandi passioni: le stelle (è un fan scatenato di Margherita Hack) e i carabinieri. Fino al 10 aprile del 2007 Emanuele era un bambino come tutti: andava a scuola, studiava musica, frequentava un corso di karate, giocava, faceva arrabbiare i genitori. Dal 10 aprile di due anni fa Emanuele non parla più, non ride più, non suona più il piano, non gioca, non studia. Emanuele è in stato neurovegetativo, deve essere alimentato, ha bisogno di assistenza 24 ore su 24, da mattina a sera deve sostenere estenuanti sedute di fisioterapia e logopedia; una tortura, ma che almeno servono a dare la speranza di qualche piccolo miglioramento. Tutta colpa di un incidente durante la fase di anestesia per un banale intervento per togliere l’appendice. Per 15 lunghissimi, eterni, minuti il cervello di Emanuele non ha ricevuto ossigeno e questo ha provocato danni gravissimi: in pratica i neuroni dell’encefalo sono morti uno dopo l’altro. Da quel momento Emanuele è stato tra la vita e la morte per giorni, poi ha dovuto subire un calvario di interventi, le cure, le terapie. Sempre con i genitori e i familiari vicino, sempre con centinaia di amici e volontari in tutta Italia che si mobilitano per lui, che aiutano la famiglia. E Prato non fa eccezioni: anche nella nostra città c’è un gruppo di giovani che hanno preso a cuore Emanuele, che lo hanno per così dire adottato. Lunedì 8 giugno, questi ragazzi hanno organizzato una cena al circolo Curiel di via Filzi. L’appuntamento è alle 20.30 e sarà l’occasione per raccogliere un po’ di soldi da dare alla famiglia (le spese non finiscono mai…) ma soprattutto di far conoscere alla città il caso di Emanuele. Perché al di là di quelle che possono essere le responsabilità individuali nella vicenda, resta il dramma di una famiglia e di un bambino, che hanno varcato tranquilli le porte di un ospedale e che, da un momento all’altro, hanno visto le loro vite stravolte. E’ anche perché casi come questo non debbano più succedere che la mamma di Emanuele sta combattendo la sua battaglia, aiutata dagli amici che ha sparsi in tutta Italia. E sicuramente Prato, che così tante volte ha saputo aprire il suo cuore e la sua generosità, non resterà indietro. Per chi volesse sapere qualcosa di più sul caso di Emanuele c’è un blog (www.salviamoemanuele.blogspot.com), dove sono indicati anche i modi per contribuire alle spese che la famiglia deve affrontare.
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