È pokemon mania. A Prato come altrove. Tra i nostri ragazzi e non solo. Il fenomeno cresce in modo esponenziale mentre nel campo degli esperti si oscilla fra pareri favorevoli e contrari: innocuo divertimento o pericolosa dipendenza? Moda o malattia?
Definita da alcuni comportamento regressivo ( ossia difesa attuata per rimuovere angosce sovrastanti la nostra società decadente), si alza come irresistibile odierna versione del canto delle sirene: un canto che attrae e affascina. Nonostante i rischi, nonostante i pericoli, nonostante tutto. Una realtà virtuale bifronte che diverte ed inquieta, che colpisce e provoca suscitando interrogativi sui motivi di tanto successo.
La nuova app stimola. Scuote i nostri ragazzi dalla sedentarietà di motivazioni, li risveglia dal torpore dell'assenza di obiettivi per introdurli in un mondo dove stupore, scoperta e avventura sono ancora possibili. Dove i " nostri Icari senza ali", orfani di sogni e di ideali possono volare ancora, tendere verso, per ritrovarsi poi protagonisti attivi della loro vicenda esistenziale: capaci cioè di incidere su se stessi, sugli altri e sul mondo circostante.
Un successo quindi che si aggancia all'anelito più profondo dell'animo umano che, seppur carico di disillusioni e contraddizioni, è strutturato nella dimensione dell'attesa. Sì perché l'uomo, anche se stordito dall'induzione di bisogni consumisti, rimane viandante in cammino, cercatore di senso, pervaso dalla struggente necessità di alzare lo sguardo per spingersi oltre, verso una meta, verso quel fine capace di giustificare tutto il suo agire e perfino il suo stesso esserci
Ma possono i pokemon essere i miti e le mete dei nostri ragazzi?! E se nel cacciare rischiano di essere catturati nelle antiche e nuove reti di pericoli e condizionamenti noi adulti saremo pronti a reagire. Raccoglieremo la sfida che la nuova app ci propone.
Alla realtà virtuale con le sue regole esplicite e con la sua chiarezza di obiettivi contrapporremo la complessità ed il fascino della realtà concreta: un'avventura che non finisce mai di stupire, che può deludere ma anche continuare ad entusiasmare, dove si cattura l'intensità di uno sguardo che arriva dritto al cuore, la scoperta e l'inseguimento di un sogno per cui valga la pena faticare e superare le proprie comodità, dove il "bonus speciale" è lo straordinario potere di ogni relazione significativa, capace di spaccare lo schermo di qualsiasi videogame e di porsi come nostra potente alleata per ancorare i nostri ragazzi alla vita e per farli diventare "addicted to life", unica forma di dipendenza utile e terapeutica.
Pokemon Go mania: la app stimola i ragazzi, sta a noi tenerli ben saldi nella vita reale
La nuova moda del momento fa discutere: risveglia i giovani dal torpore dell'assenza di obiettivi per introdurli in un mondo dove stupore, scoperta e avventura sono ancora possibili. Alla realtà virtuale deve essere contrapposto, però, il fascino di quella concreta.
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Teresa Zucchi
Edizioni locali: Prato