E' disseminato di pezzi di amianto il tratto di pista ciclabile e di marciapiede che corre lungo l'ex fabbrica Bigagli di viale Ferraris. La pericolosa scoperta è stata fatta stamani, sabato 7 marzo, da una residente che stava passando proprio di lì. Da dove arriva l'eternit? Semplice, dal rudere industriale che si trova a pochi metri e su cui non sono mai stati presi provvedimenti. La copertura dell'ex Bigagli è completamente in amianto. Le raffiche di vento di questi giorni hanno definitivamente scoperchiato la fabbrica disperdendo pezzi e polvere di amianto ovunque.
Purtroppo anche sulla strada a due passi dai giardini pubblici e dalle abitazioni. "Quando ho visto eternit ovunque non potevo credere ai miei occhi – racconta Elisabetta Pietruzzi che ci indica il tappeto di amianto lungo il passaggio ciclopedonale di viale Ferraris – d'altronde prima o poi doveva accedere. Sono nata qui, ho visto questa fabbrica decadere. Sono venti anni che lottiamo ma nessuno ci sta mai a sentire. Probabilmente moriremo tutti di tumore ma chi comanda non abita qui per cui non gliene frega niente."
Il vento ha quindi amplificato un problema che si trascina da tempo immemorabile. La bufera ha fatto cadere gli alberi e parte della recinzione dell'enorme capannone industriale. Ne aprofittiamo per entrare e per documentare come una delle fabbriche che hanno fatto la storia di Prato sia diventata una discarica e per giunta esplosiva.
Tra macchine abbandonate, sacchi d'immondizia, vetri rotti e divani, ci sono infatti anche bombole del gas e di acetilene. Tra un edificio e un altro troviamo anche degli enormi sacchi bianchi, probabilmente pieni di eternit. D'altronde smaltire l'amianto come la legge prevede ha un costo. Meglio quindi inquinare l'ambiente e mettere a rischio la salute dei cittadini.
Tre anni fa i residenti presentarono una denuncia all'amministrazione comunale per costringere la proprietà a mettere in sicurezza l'area in attesa di capire cosa farne, ma niente è stato fatto: "Anzi, la situazione mi sembra anche peggiorata. – spiega Daniele Baldi, uno dei leader del Movimento 5 Stelle meet up 134 ma che in questo caso protesta come semplice cittadino – rispetto a tre anni fa siamo davanti ad una vera e propria discarica, anche di laterizi. C'è di tutto, anche cisterne d'olio industriale. Il Comune non ha fatto niente ma anche l'Asl e l'Arpat si sono disinteressate di questa polveriera. Vogliamo aspettare che qualche cittadino esasperato getti un fiammifero dentro e risolva il problema con il fuoco?".
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