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Posti letto dell’ospedale “Santo Stefano” dedicati ai pazienti Covid ormai completi, e territorio impoverito dai trasferimenti degli infermieri nei reparti ospedalieri. E’ un grido di allarme e di preoccupazione quello lanciato dalla Cgil di Prato: “Ai 148 posti letto occupati totalmente si aggiungono i 35 delle malattie infettive e delle terapie intensive già completi. La descrizione peraltro è relativa a sabato scorso, nel frattempo sono aumentate le richieste di prestazione in attesa di trovare collocazione”.
Per il segretario generale Lorenzo Pancini la saturazione dell’ospedale produce due effetti: «Il primo è il sovraccarico, con il rischio di non riuscire a curare tutti i pazienti Covid date le necessità di cura delle altre patologie. Il secondo effetto è quello di concentrare tutte le forze e le risorse umane sull’ospedale, lasciando sguarnito il territorio, che poteva essere potenziato più di quanto non sia avvenuto con le Unità speciali di continuità assistenziale. Per quanto ben fornite di medici, le Usca soffrono di carenza di infermieri, che vengono destinati all’ospedale».
Preoccupato anche il segretario generale della Funzione pubblica Cgil Sandro Malucchi: «Una settimana fa abbiamo richiesto informazioni alla Direzione infermieristica di zona della Asl Toscana centro su quanti siano stati i trasferimenti, per valutare gli effetti sui servizi territoriali. Benchè le norme siano imperative e determinino la necessità di destinare almeno il 51% dell’impegno di spesa in sanità alle attività distrettuale e territoriale, assistiamo a una politica sanitaria che sposta il personale infermieristico in ospedale».
Sull'argomento entrano in campo alcuni consiglieri comunali del Pd che attraverso un'interrogazione chiedono chiarimenti sulle modalità di gestione delle risorse umane ed economiche sul territorio da parte dell’Asl Toscana centro. “Dal momento che l’ospedalizzazione a Prato – come nelle altre città della Toscana – dovrebbe riguardare solamente gli acuti, vorremmo capire perché non siano risultati sufficienti i servizi sul territorio per i malati Covid”. Il capogruppo del Pd Marco Sapia, primo firmatario dell’interrogazione aggiunge: “Riteniamo che parte dei fondi messi a disposizione dal decreto rilancio per l’emergenza Covid – prosegue Sapia – potessero esser destinati ad un aumento dei servizi sul territorio con l’impiego degli infermieri di comunità e con l’attivazione delle unità speciali di continuità territoriale. Tutto ciò al fine di ridurre l’afflusso di pazienti al pronto soccorso e di contenere le degenze ospedaliere.”
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