Con consapevolezza papa Francesco ha deciso che una sosta a Prato, seppur breve, valeva la pena. Perché è questa, come ha detto il vescovo Agostinelli, la città laboratorio di convivenza, di laboriosità, intraprendenza e solidarietà. Perché è qui che anche di fronte a sfide difficili si costruiscono ponti e non muri. Francesco lo sa. Lo sapeva. “Da domani – commenta il sindaco Matteo Biffoni – ricominciamo da quello che abbiamo fatto fino ad ora, perché di lavoro ne abbiamo fatto e siamo consci di questo. Le parole del pontefice ci servono da promemoria e da stimolo. Casomai tornasse tra qualche anno, potremo fargli vedere gli ulteriori passi in avanti che abbiamo fatto”.
Sulla stessa lunghezza d'onda il prefetto Maria Laura Simonetti: “Il lavoro che stiamo facendo nel campo dell'integrazione, del contrasto al lavoro irregolare e in favore della cooperazione economica è grande. Il discorso del Papa è uno straordinario stimolo ad andare avanti. E stiamo andando avanti e purtroppo stiamo avendo motivi per continuare su questa strada”.
“Ha ripetuto a Prato il cuore del suo messaggio di sempre – il commento del sottosegretario Antonello Giacomelli – uscire dal tempio per incontrare gli uomini e le donne del nostro tempo. Tutto ciò anche nella dimensione del lavoro, dell'accoglienza e dell'integrazione. E' questo il cuore del suo magistero, un principio che parla ai credenti e ai non credenti”.
Lo stesso Giacomelli è stato protagonista di una battuta che ha strappato una risata al Pontefice. Stringendogli la mano, il sottosegretario gli ha detto: "Ha fatto bene a passare prima da Prato, sopporterà meglio Firenze". Il Papa ha replicato con una risata (vedi foto sotto di Menici) e ha ribattuto: "Si vede che lei è un uomo di spirito".
Il presidente dell'Unione industriale pratese Andrea Cavicchi esprime un profondo senso di gratitudine a papa Francesco: “Come imprenditore e come presidente dell'associazione sono onorato e orgoglioso che la sua visita sia stata nel segno del mondo del lavoro, ispirando momenti di riflessioni sul ruolo che ognuno di noi ha nel contesto economico e sociale”. Dall'Unione industriale è arrivato un grande regalo al pontefice, una casula realizzata con le stoffe datiniane: “Un dono simbolico che abbiamo promosso coinvolgendo il mondo del lavoro nella sua interezza, un atto d'amore per il pontefice e nello stesso tempo un'affermazione di speranza e di forza: Prato sa cosa può fare e da qui riparte per consolidare se stessa”.
“Il Papa ha detto quello che io dico da anni riguardo le condizioni di vita dei lavoratori cinesi – ha commentato Aldo Milone, consigliere comunale di Prato libera e sicura – la differenza è che io venivo tacciato e invece Francesco riceve gli applausi di tutta la città. Il messaggio che ha espresso è molto chiaro circa il metodo di lavoro della comunità cinese che non è consono ai canoni della Chiesa. Questo è venuto a dire papa Francesco, ci voleva lo stesso ragionamento qualche anno fa”.
L'assessore alle Attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo ha sottolineato la grande accoglienza che la città ha riservato a Francesco. “Dal pontefice il riconoscimento all'impegno e ai valori di Prato, città dell'accoglienza e della coesione, città attenta ai bisogni dei più deboli. Credo che il messaggio del Papa ci resterà addosso per lungo tempo e ci aiuterà ad affrontare con più serenità i problemi ancora irrisolti”.
Mauro Lorenzini, sindaco di Montemurlo, ha definito “interessante e carico di significato” il discorso del Papa dal pulpito di Donatello: “Ha toccato temi centrali del dibattito che la città sta vivendo: il lavro, il rispetto per la dignità della persona, lo sviluppo attraverso il lavoro dell'affermazione di ognuno”.
“Il messaggio che più mi ha colpito di papa Francesco è l'invito ad uscire allo scoperto verso la condivisione con le altre culture”, il commento del vicepresidente della Provincia Emiliano Citarella. “Dobbiamo raccogliere l'invito del Papa a intensificare l'impegno per l'inclusione. E poi non rassegnarsi, anche questo è un messaggio prezioso, al cancro della corruzione e al veleno dell'illegalità”.
Simone Faggi, vicesindaco di Prato: “Le parole che più mi hanno colpito sono state rispetto, accoglienza, lavoro degno. Sono aspetti fondamentali che devono caratterizzare l'azione amministrativa della nostra Giunta e di tutte le componenti che lavorano su questi temi”.
Simone Calamai, vicesindaco di Montemurlo: “Il messaggio del Papa è pieno di significati su cui riflettere, dobbiamo ringraziarlo per l'attenzione che ha riservato alla nostra comunità”.
“Sappiamo di avere nel lavoro ancora tante situazioni di illegalità e di non rispetto della dignità umana – ha detto l'assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Prato Maria Grazia Ciambellotti – il Papa ci ha richiamato ad un impegno preciso che è quello di lavorare, come già stiamo facendo, per il riconoscimento della dignità della persona. A questo tendiamo anche attraverso il percorso che parte dalle scuole e quindi dai bambini”.
Papa Francesco a Prato, il mondo politico e imprenditoriale: “Grazie, parole che sono di stimolo”
Dal sindaco al sottosegretario Giacomelli, dal presidente degli Industriali Cavicchi al prefetto Simonetti viene espressa gratitudine per il messaggio che il Pontefice ha pronunciato dal pulpito
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