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Nuove regole per l’assegnazione delle case del Comune. Lo ha preannunciato il sindaco Roberto Cenni in un’intervista concessa alla Nazione, dove ha anticipato che è sua intenzione rivedere i criteri che determinano le graduatorie, dando maggiore punteggio a chi a Prato risiede da più tempo. La novità potrebbe riguardare già i prossimi bandi e segue le iniziative già intraprese in questo campo dall’assessorato ai servizi sociali, dietro input dell’assessore Dante Mondanelli che, non più tardi di una settimana fa, ha dato di persona lo “sfratto” a un nomade che aveva in comodato una casa del Comune senza averne i requisiti.Intanto, però, il dramma della casa continua ad assillare decine di famiglie pratesi, vittime di una situazione resa ancora più grave dalla crisi economica e dalle difficoltà in cui si dibatte il distretto tessile. E’ il caso, ad esempio, della famiglia di cinque persone di cui Notizie di Prato si è già occupata (vedi articolo). Ottenuta una proroga allo sfratto, inizialmente fissato per il 4 agosto, la famiglia si trova ora nuovamente a fare un drammatico conto alla rovescia, visto che la nuova scadenza (il 17 settembre) si avvicina e la situazione è rimasta pressoché immutata. Il problema più grave, in questo caso, è rappresentato dal fatto che il figlio più piccolo della coppia è malato di epilessia e sta vivendo con estrema difficoltà questi giorni. Quello che chiedono i suoi genitori è trovare qualche persona disposta ad affittare una casa, in modo da permettere alla famiglia di continuare a vivere insieme. Il capofamiglia da mesi è in cerca di una sistemazione ma, ovunque, si scontra di fronte al problema che in casa nessuno ha una busta paga, visto che sia lui sia la moglie hanno perso il lavoro e ora si arrangiano con lavoretti saltuari, mentre anche le figlie più grandi non hanno un impiego stabile. “Il Comune ci ha garantito un contributo per aiutarci a pagare l’affitto – dice la madre – ma cosa ce ne facciamo se nessuno ci affitta una casa? La prospettiva di finire nella migliore delle ipotesi in una pensione, magari separati dalle nostre figlie più grandi, non mi fa dormire la notte. Qualche giorno fa sono anche finita in ospedale per un collasso. Ma è mai possibile che in tutta Prato non ci sia una persona di buona volontà disposta ad affittarci una casa?”.
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