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E’ stato uno dei temi caldi dell’estate. Adesso, finalmente, sembra farsi chiarezza sul tema di quelli che sono stati definiti i “bambini fantasma”, vale a dire i figli di clandestini che, secondo alcune interpretazioni, avrebbero corso il rischio di essere abbandonati a se stessi dopo l’entrata in vigore del Pacchetto sicurezza. Per loro, invece, per i neonati stranieri, Prato è già pronta a riorganizzare l’intero servizio. L’annuncio viene dalla Asl e dal suo direttore generale Bruno Cravedi, come riportato nell’edizione odierna del Tirreno. Dal primo settembre, nel reparto di Ostetricia dell’ospedale Misericordia e Dolce, funzionerà un ufficio distaccato dell’anagrafe comunale. Si riconosceranno i bambini e si sarà anche certi, grazie alla presenza di due testimoni, dell’identità delle madri straniere clandestine, evitando di creare un esercito di bambini “invisibili” per lo Stato italiano ed esposti a qualsiasi rischio, anche quello di finire nelle mani di organizzazioni senza scrupoli. Un problema che a Prato rischiava di diventare esplosivo, se si considera che da inizio anno sono già 412 i bambini nati da genitori stranieri, gran parte dei quali non in regola con il permesso di soggiorno.Plaude all’iniziativa l’assessore ai servizi Demografici del Comune di Prato Annalisa Nocentini. “Il Comune – afferma – darà il via libera entro brevissimo tempo alla nuova procedura, che recepisce le linee guida espresse nel vertice trilaterale ad hoc tenuto in Prefettura il 4 agosto scorso e scongiurerà definitivamente il pericolo dei cosiddetti bambini fantasma”.Il problema, come detto, è sorto con l’entrata in vigore, lo scorso 8 agosto, delle norme del Pacchetto sicurezza, che introducono il reato di clandestinità, con l’obbligo per gli stranieri di presentare il permesso di soggiorno per tutti i certificati di stato civile. A seguito di interrogativi sollevati dalla Prefettura di Prato, nonché da assocciazioni e gruppi politici, il ministero dell’Interno è stato costretto a chiarire che alle madri straniere clandestine, al momento del parto, non deve essere richiesto il permesso di soggiorno. Tutto come ora, con le ostetriche che si limitano ad accogliere l’autodichiarazione della madre.Una procedura che pero non mette al riparo dal rischio che i bambini diventino “invisibili”. Fatto, infatti, salvo il diritto di registrare i bambini, chi garantisce che i neonati, in caso di generalità false fornite dalla madre, non siano vittime di traffici illeciti? Un buco nella legge, che ora Prato cerca di colmare. L’Asl ha messo a punto un nuovo procedimento, che scatterà il primo settembre, ed ha chiesto all’Amministrazione comunale di istituire uno sportello anagrafico nel reparto di Ostetricia dell’ospedale.
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