Il vecchio circolo Arci Giuseppe Rossi di via Frascati, trasformato nella casa delle associazioni, a lanciare la proposta Arci Prato con l’obiettivo, anche, di riqualificare uno spazio di oltre 2mila metri in pieno centro storico. “E’ il nostro sogno nel cassetto – ha spiegato il presidente provinciale Enrico Cavaciocchi – si potrebbe realizzare una sorta di coworking associativo che favorirebbe anche un processo di lavoro in rete fra tutte le associazioni pratesi. Ci piacerebbe anche coinvolgere i professionisti che lavorano nell’ambito del cinema, vista la vicinanza con il Terminale, ma abbiamo bisogno anche del sostegno dell’ amministrazione comunale. Via Frascati è un luogo strategico: a due passi dal centro, vicino alla Lazzerini e al Museo del Tessuto.”
I locali, di proprietà di un’immobiliare di Reggio Emilia, sono chiusi da quasi 15 anni, ma per decenni sono stati un luogo di aggregazione per tante generazioni. Nato nei primi anni ‘50 insieme alla sede del Partito Comunista italiano è stato luogo di socializzazione si ballava nella balera che ha fatto “sposare” molti pratesi, si giocava a carte, ma si discuteva anche di politica.
A fine degli anni 60 il circolo Rossi entra in crisi , la balera resta vuota perché i giovani preferiscono le discoteche e le vecchie generazioni ormai faticano a uscire di casa, così nasce un progetto di rilancio, sostenuto da alcuni giovani che costituiscono “il Gruppoaperto”, che possa unire il passato con il futuro. Nasce il Terminale e il circolo Rossi torna ad essere un luogo di incontro: nel 1978 Lucio Dalla tiene un concerto per lanciare Lp “Come è profondo il mare”, viene aperta una piccola sala cinematografia con pellicole Super8 e soprattutto nasce il terminale il primo cinema d’essai a Prato. “Il nome – spiega Luigi Rivieri presidente del Terminale ma anche uno degli artefici della rinascita del Circolo – ha un doppio significato: terminal, come quello dei bus visto l’andare e venire di persone, ma anche il nome con cui al tempo si chiamavano i primi Pc”
E poi una nuova crisi, che ha portato nel 2008 alla chiusura definitiva del circolo, mentre il progetto del cinema è andato avanti. L’Arci su mandato dei proprietari, vigila che l’edificio sia sempre in sicurezza, ma nei locali il vecchio fasto è un ricordo sbiadito: ci sono ancora i tavoli di marmo del primo ristorante slow food di Prato, mentre del bancone non è rimasto nulla. “ E’ molto triste entrare qui – spiega Rivieri- speriamo che si possa nuovamente riaprire il bandone, se non ci si dovesse riuscire si potrebbe anche pensare di trasformarlo in uno studentato o in alloggi di housing sociale".