Da tre giorni distributori automatici vuoti o quasi all'ospedale Santo Stefano dove è è sempre più difficile, e qualche volta addirittura impossibile comprare una bottiglia d'acqua o una lattina fresca soprattutto se anche il bar è chiuso. In questo periodo di temperature torride dove un sorso d'acqua diventa indispensabile, si tratta di un grosso disagio per dipendenti, pazienti e visitatori (complessivamente una media di 1.500 persone). Sono stati i familiari di alcuni ricoverati a segnalare a Notizie di Prato la desolazione dei diversi distributori automatici sparsi ai vari piani dell'edificio e, insieme a questo, gli orari ridotti del bar. “Non è possibile essere obbligati a uscire dall'ospedale per bere un bicchiere d'acqua o una bibita – la lamentela – in questa zona non ci sono bar a portata di mano e se non si ha la macchina è un problema. Così non va bene”.
La direzione sanitaria ha subito assunto l'impegno di sollecitare un rifornimento più rapido e più frequente delle macchinette e di verificare l'apertura del bar per riportarla alla fascia oraria pre-pandemia garantendo così un servizio più esteso e in linea anche con il 'passo' serale e con i giorni festivi .
Non è chiaro se i distributori siano stati riempiti e svuotati subito, oppure sia saltato il rifornimento. “Faremo in modo che il problema venga risolto e che non si ripresenti più – dicono dalla direzione sanitaria dell'ospedale – chiederemo un servizio più puntuale, in linea con le esigenze che di volta in volta si presentano: è chiaro che con un caldo così, aumenta il consumo di acqua e la quantità di bottiglie che prima bastava ora non è più sufficiente”.
Il funzionamento e l'efficienza dei distributori automatici non rientrano nella competenza della Asl ma di Gesat, il gestore dei servizi extrasanitari che, contattato da Notizie di Prato nel pomeriggio di oggi, lunedì 25 luglio, ha assicurato che darà una risposta per spiegare il disagio segnalato dai cittadini.