66
Otto mesi di fitto dialogo alla ricerca di interlocutori sufficientemente rappresentativi dell’ampia e variegata comunità cinese e alla fine qualcuno ha risposto all’appello. A darne l’annuncio è stato questa mattina il presidente della Provincia Lamberto Gestri: “Ho ricevuto la disponibilità da alcune organizzazioni cinesi all’apertura di un tavolo di dialogo, questo è un primo risultato della prima fase dei nostri rapporti”. Conquista del contatto con i primi interlocutori cinesi, che si inserisce nel contesto della strategia seguita finora dalla Provincia: “Da quando sono stato eletto non ho nascosto l’intenzione di far rispettare le regole, ma anche di dialogare senza aver paura di essere impopolari” ha messo in chiaro Gestri. Da qui la scelta di percorrere la strada dell’apertura al mondo cinese, culminata nel 2009 nella visita di Gestri a Wenzhou, dove ha incontrato il sindaco: “Gli ho chiesto di intervenire per consigliare ai cittadini cinesi residenti a Prato di rispettare le regole e di avere un rapporto meno separato”. In quella stessa occasione è emerso il progetto di Giulin, consigliere della provincia per la questione cinese, di realizzare un polo espositivo commerciale dedicato al Made in Italy “che non si può limitare alle grandi griffe, ma deve espandersi a quelle che non hanno la disponibilità economica per penetrare un mercato immenso come quello cinese”.Da ascrivere a questo clima di apertura, secondo Gestri anche il convegno sulle tematiche dell’immigrazione frutto della collaborazione fra la Monash University e l’amministrazione di Wenzhou, che si terrà dal 10 al 12 aprile. “Non dobbiamo aver paura del confronto ravvicinato, perché non ci sono alternative – ha dichiarato Gestri, in dissenso con la descrizione tratteggiata negli ultimi tempi della comunità cinese – è una rappresentazione abbastanza superficiale, visto che abbiamo nuove generazioni che stanno crescendo, intenzionate a costruire il loro futuro a Prato”.Sugli scogli dei propositi di buona integrazione sembra però infrangersi il disegno di Gestri. Molte sono le incertezze che aleggiano sul futuro tavolo del dialogo con i cinesi. La composizione anzitutto: dovrebbero essere 6 rappresentanti di due associazioni (l’associazione Amicizia Wenzhou e un’altra di commercianti), con in testa il solito Xu Qui Linh detto Giulin, affiancato da Chen come mediatore culturale, poi è prevista la partecipazione di commercianti e di titolari di pronto moda, che saranno ufficializzati entro la settimana. A questo proposito Gestri ha precisato le due caratteristiche di fondo: “Sarà un tavolo agile e pensato per garantire la rappresentatività complessiva della realtà economica”. Al momento non si conosce se ci sarà la disponibilità anche da parte del sindaco di Prato e di conseguenza è ancora da fissare la data della prima convocazione del tavolo a partecipare all’iniziativa. Il presidente della Provincia ha comunque abbozzato un possibile iter di lavoro: “Partiremo dai temi economici, per poi toccare la cultura e lo sport, perché è anche con la partecipazione alle associazioni sportive che si costruisce l’integrazione”. Sul versante economico il faro è rappresentato dall’obiettivo della collaborazione su una filiera lunga fra il tessile autoctono ed il pronto moda: “Sarà interesse dei cinesi elevare la qualità dei loro prodotti, incrociando le loro produzioni con quelle pratesi. Non possono più accontentarsi di produrre a 7-8 euro al capo, devono puntare sulla qualità che possono trovare a Prato”. Gestri ha anche risposto alla richiesta di interventi immediati avanzati dal presidente dell’Unione Industriali, Marini: “Lo vada a dire al governo, perché da Roma non è arrivato niente in favore delle aree di crisi (legge 99 e 181, ndr). La Regione attende che il governo venga a firmare l’accordo di programma per il piano moda 2010, che riguarda anche il distretto pratese”. Per Gestri in definitiva uno dei problemi di questi tempi “è la mancanza della presenza dello Stato”.
Carlandrea Adam Poli