Decine di cavedani e carassi stanno morendo nel Bisenzio all'altezza del Fabbro, nel comune di Cantagallo.
Un fenomeno che ha interessato prima i più piccoli e poi ha contagiato anche i grandi, tanto che sono stati gli stessi residenti a fare la segnalazione alla polizia provinciale preoccupati per la moria, sempre più numerosa, che si è verificata da inizio settimana.
“Siamo intervenuti insieme ad Arpat per fare le analisi – spiega il comandante Michele Pellegrini – i campioni fatti sui pesci sono stati inviati all'istituto zooprofilattico di Pisa, mentre Arpat sta analizzando le acque. Non sembra che sia un problema di ossigenazione, ma dobbiamo aspettare i risultati”. Effettivamente il caldo e il basso livello dell'acqua nel Bisenzio, dovuto a mesi di siccità, potevano far pensare ad una mancanza di ossigeno, ma in quel caso il fenomeno avrebbe dovuto riguardare l'intero corso del fiume. I pesci morti sono stati rimossi dall'amministrazione comunale, per evitare che inizi la putrefazione.Intanto secondo i primi campionamenti effettuati da Arpat, la moria potrebbe essere causata da una perdita di un tubo della fognatura. "Abbiamo rilevato – spiega il sindaco Gugliielmo Bongiorno – uno sversamento delle acque reflue, abbiamo contatto Pubbliacqua che il 18 agosto verrà per un sopralluogo . L'area come è stata messa in sicurezza"
“Passeggiando lungo le rive del fiume – spiega Claudio Catalani – ho notato questa anomalia e così mi sono rivolto alla Forestale. A preoccuparmi all'inizio sono stati i pesci più piccoli, quelli nati a primavera che morivano a decine, poi ho notato anche quelli più grandi che giacevano lungo la riva. Quindi ho temuto anche che iniziassero a marcire, questo avrebbe creato ulteriori problemi”.
Ora si devono solo aspettare i risultati delle analisi, che per quanto riguarda l'istituto zooprofilattico potrebbero arrivare anche fra un mese.
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