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Il dibattito sulla presenza dei militari a Prato tra poco sarà protagonista anche in Parlamento. L’onorevole Andrea Lulli (Pd) ha infatti presentato un’interrogazione ai ministri della Difesa e dell’Interno, rispettivamente La Russa e Maroni, per sapere a quanto ammonta l’effettivo costo economico per la permanenza dei 39 militari a Prato e per conoscere nel dettaglio le regole di ingaggio cui gli stessi debbono sottostare. Nella sua interrogazione Lulli sottolinea come il numero di militari attualmente in servizio sia inferiore a quanto stabilito in un primo momento (39 invece dei 51 previsti) e come questi nel loro servizio siano sempre affiancati da un carabiniere o un agente di polizia. Inoltre, dice Lulli, i militari svolgono compiti tipici delle forze dell’ordine – dall’attività di identificazione di persone in strada e di mezzi ai controlli alle ispezioni nei capannoni gestiti da stranieri – senza però averne lo specifico addestramento. Alla luce di questo, il parlamentare pratese, ribadisce come “gli organici della polizia e dei carabinieri di Prato sono ridotti all’osso ed è innegabile che per la città sarebbe stato molto più utile rafforzare le forze dell’ordine, almeno per coprire il turn over che solo nell’ultimo anno in Questura ha ridotto il personale di 12 unità””Prato – conclude Lulli – è afflitta da infiltrazioni criminali, dal fenomeno dell’usura e da altri problemi che richiedono personale specializzato quali poliziotti e carabinieri e non soldati che dispongono di ottime professionalità ma ben diverse da quelle richieste alle forze dell’ordine, la scelta di ricorrere all’esercito appare quindi come una mossa di mera propaganda politica”.
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