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Almeno ottomila persone, secondo gli organizzatori, hanno risposto all’appello del Tavolo di Distretto e si sono presentate in piazza Mercatale per la grande mobilitazione chiamata, significativamente, “Prato non deve chiudere”.Lo slogan ripetuto ossessivamente dai politici e dai rappresentanti delle categorie economiche che si sono alternati a parlare. Lo slogan scritto intorno al palco e, soprattutto, sullo striscione da record (è lungo oltre un km) che circa duemila persone hanno sorretto, prima lungo tutto il perimetro di piazza Mercatale, poi nel corteo che, attraverso via Ferrucci e viale della Repubblica, ha portato i manifestanti fino davanti al Buzzi, dove ad attenderli c’erano centinaia di ragazzi delle scuole superiori pratesi.Significativamente, in testa al corteo, a reggere lo striscione, c’erano i ragazzi del Buzzi e le Pagliette. A rappresentare la volontà delle giovani generazioni di salvare un patrimonio unico e irripetibile come quello del distretto tessile pratese, alle prese con una crisi come mai in passato si era vista. Ed è proprio per questo che stavolta tutti – dalle istituzioni alle categorie economiche, dalla chiesa ai singoli cittadini – si sono uniti in un abbraccio ideale per chiedere, a gran voce, al governo di fare qualcosa, perché stavolta Prato da sola non ce la può fare.In piazza, accanto a imprenditori e operai, studenti, politici, sindacalisti, c’erano anche i rappresentanti delle altre città del tessile, a dimostrare che questa crisi non può e non deve essere solo pratese, ma deve diventare un’emergenza nazionale.Fare presto prima che la filiera delicata e articolata del sistema Prato perda irrimediabilmente pezzi e non sia pronta ad afferrare la ripresa, quando ci sarà. “Non c’è tempo da perdere”, hanno detto a una sola voce amministratori locali, imprenditori e lavoratori. Da Prato è già partita da tempo una richiesta di incontro al Governo, pochi giorni fa una richiesta di incontro ha raggiunto anche il presidente della Repubblica. “Non abbiamo bisogno di assistenzialismo ma di sostegno per essere più forti domani – ha sostenuto il presidente della Provincia, Massimo Logli – Dobbiamo essere orgogliosi della nostra capacità di stare insieme. Non per paura della crisi ma per costruire il nostro futuro. Il distretto chiede al Governo sostegno per la dignità del lavoro che è la no-stra forza, misure per garantire competitività alle imprese e la difesa delle regole”.L’appello al Governo è pressante. “Prato ha sempre risolto i suoi problemi da sola, ora non è così, ora, per le caratteristiche della crisi generale, non possiamo più farcela. Prato ha bisogno di attenzione. Non è sbagliato dare aiuti all’auto, o al settore elettrodomestico, ma è sbagliato non intervenire nel tessile-abbigliamento, che costituisce la spina dorsale del manifatturiero italiano – ha detto il sindaco Marco Romagnoli – Prato ha dato lavoro, reddito, dignità professionale alle persone. Ha contributo alla crescita economica dell’Italia col suo consistente gettito fiscale”.