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Non si ferma neanche a Natale il lavoro prezioso e silenzioso che ogni giorno viene svolto dagli oltre cento volontari dell'associazione La Pira per garantire un pasto caldo e un letto ai più bisognosi. Domani e a Santo Stefano così come per le altre festività, il servizio ci sarà e anzi, in questo periodo la disponibilità è addirittura doppia: "Essere qui oggi è importante perchè comunque è un giorno particolare in cui è importante dare un po' di calore alle persone", spiega una giovane volontaria, indaffarata a lavare e sistemare le stoviglie. Con lei c'è una coetanea: "Amo fare regali immateriale. Il più bello è il tempo che dono agli altri, soprattutto a chi ha bisogno". Volontari giovani e anziani, "novizi" e veterani. Tra la cucina e lo sporzionamento delle pietanze si alterna uno spaccato molto variegato del grande cuore di Prato: "Io faccio vigilia e Santo Stefano.- afferma un volontario storico – E' un segnale da dare a gente più potente di noi che coloro che hanno più bisogno devono essere aiutati".


I numeri del 2019 confermano la tendenza alla riduzione di pasti e utenti rispetto a qualche anno fa e anche all'anno scorso: ad oggi i pasti serviti sono stati 54.999 (di cui quasi 38mila stranieri) contro i 57.217 del 2018 e i 69mila del 2014. Gli utenti del 2019 ammontano a 1.584 contro i 1616. In calo anche l'utilizzo del dormitorio con 7.046 accessi contro i 7.339 del 2018 e 121 utenti, 38 in meno dell'anno precedente. Una tendenza questa che può avere più letture come ci spiega Elena Pieralli, presidente dell'associazione: "Potrebbe essere il sintomo di qualcosa che non andando male come si potrebbe pensare e che tanti utenti accedono ad altri servizi di assistenza. Però potrebbe nascondere un fenomeno: molte persone, pur avendone bisogno, non si rivolgono a un servizio come il nostro che è un vero e proprio pronto soccorso sociale, per pudore e orgoglio". La mensa e il dormitorio di via del Carmine registrano spesso in tempo reale i cambiamenti in atto nel Paese. Ad esempio è in aumento il numero di stranieri fuoriusciti dai Cas, centri di accoglienza straordinaria, perché non ne hanno più titolo. Vengono anche da strutture non pratesi.
E.B.
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