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Medici di famiglia e covid: “Ci siamo dovuti riorganizzare”. E oltre al virus c’è la lotta contro la burocrazia


La giornata base scandita dalle mail degli assistiti, dalle richieste di tamponi e le videochiamate ai malati. Nell'ambito provinciale pratese sono stati gestiti sul territorio, senza ricorrere all'ospedale, circa 5.700 persone


Redazione


Il medico di medicina generale ha un ruolo cruciale nella gestione della pandemia. E' la prima figura sanitaria con cui i cittadini si confrontano quando temono di essere stati contagiati e nel caso di positività, è il punto di raccordo tra paziente e Asl e anche la persona su cui si concentra buona parte dei compiti burocratici relativi a isolamento e quarantene tanto da aver preso il sopravvento sugli aspetti clinici. Abbiamo quindi deciso di conoscere da vicino il lavoro che stanno svolgendo i medici di medicina generale seguendo la giornata tipo di un loro rappresentante, Niccolò Biancalani, vicesegretario della Fimmg Prato. Intervista possibile solo ora che i numeri dei contagi hanno concesso di tirare il fiato e il meccanismo di tracciamento del dipartimento di prevenzione è ripartito.
"Si comincia alle 8 con l'accensione del telefono che inizia subito a squillare perché oltre ai pazienti Covid, ci sono anche gli altri e dobbiamo organizzare gli appuntamenti nei due ambulatori avendo cura di evitare persone con febbre e simili. Accanto ho costantemente il pc perchè ogni giorno rispondo dalle 30 alle 50 email e poi i risultati dei tamponi arrivano via via. Prima ci passavo al massimo tre ore, ora tutto l'arco della giornata e nel momento peggiore, da metà ottobre fino a pochi giorni fa, anche dopo cena. A questo si aggiungano le vaccinazioni antinfluenzali e le visite a domicilio dei non Covid. Anche ieri sera ho ricoverato una persona per diverticolite".
La prima ondata, che a Prato è stata leggera, ha insegnato ai medici a differenziare il lavoro: "Personalmente divido i pazienti Covid in tre fasce: sintomatici severi, moderati e asintomatici. Chiamo i primi tre volte al giorno e se necessario uso anche la videochiamata per verificare direttamente il saturimetro; i secondi al massimo un paio di volte mentre sono gli asintomatici, opportunamente informati su cosa devono fare, a chiamare me in caso di novità. Il nostro braccio armato sono le Usca che attiviamo per le visite domiciliari al paziente e con cui ci confrontiamo sulle condizioni del paziente e per le terapie da somministrare. Se la situazione peggiora facciamo intervenire il 118 per il ricovero in ospedale. Impostare il lavoro così ci ha permesso di non aggravare il lavoro del 118, cosa che invece è successa durante la prima pandemia. Facciamo da filtro, quindi sono chiamate appropriate".
I numeri sono impressionanti e tripli rispetto a primavera. Nell'ambito provinciale pratese sono stati gestiti sul territorio, senza ricorrere all'ospedale, circa 5.700 contagi. Solo il dottor Biancalani ne ha trattati almeno 120 che corrispondono a quasi il 10% del totale dei suoi pazienti. A questi vanno aggiunti tutti  i relativi contatti da gestire per tamponi, quarantene e certificati. A proposito di tamponi, solo Biancalani ne ha prescritti 880 che diventano un migliaio se aggiungiamo quelli privati. Il tutto concentrato in poco tempo e con un ufficio Igiene andato in tilt.
"E' stato un momento molto difficile perché i pazienti attendevano delle risposte e noi non potevamo dargliele. Ho ricevuto anche 130 telefonate il giorno. Eravamo l'imbuto di tutto. Ora le difficoltà sembrano superate, ma la burocrazia che ci ammazza tra certificati e prescrizioni".
A proposito di burocrazia. Il nuovo dpcm non ha risolto il problema del divieto di ritorno al lavoro di chi dopo 21 giorni positivo ma senza sintomi, ha ottenuto il certificato di "rimessa in libertà" ma non ha tampone negativo.
"Siamo all'assurdo. Chi è in queste condizioni può andare a fare la spesa ma non può lavorare. Come giustifica l'assenza dal lavoro? Non è più in isolamento come attesta il certificato dell'Asl e quindi non gli è riconosciuta la malattia. Certo noi non possiamo affermare il contrario in mancanza di sintomi ne possiamo mettere nero su bianco che il soggetto non sia più contagioso. Fino al  tampone negativo la persona deve prendere ferie, ammesso che le abbia".
Per il futuro, tenendo le dita incrociate sulla terza ondata, c'è la questione vaccini antiCovid.
"Nella prima fase di distribuzione sarà direttamente l'ospedale a gestire tutto. E' probabile che la nostra entrata in campo riguardi un secondo momento. Certamente riteniamo importante che la più grande campagna vaccinale degli ultimi tempi veda il coinvolgimento dei medici di medicina generale che per capillarità e pronto intervento possono garantire una risposta eccellente così come fatto per i tamponi".  (e.b)

Edizioni locali: Prato
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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