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Terminati gli esami di maturità, i primi con gli scritti e gli orali dopo la pandemia, Paolo Cipriani dirigente del Marconi e presidente di commissione al Gramsci Keynes, ha scritto una lettera aperta ai colleghi e ai maturati, tracciando un bilancio dell'esperienza appena conclusa che si focalizza soprattutto sui colloqui orali degli esami di stato, che avrebbero dovuto valutare la capacità di ragionamento e interconnessione dei ragazzi: "Invece – spiega Cipriani – studenti, sempre promossi con merito, con crediti scolastici alti, con buone prove scritte, al colloquio orale non hanno riportato valutazioni del tutto soddisfacenti. In realtà, a ben guardare, per molte commissioni più che di un colloquio si è trattato di vere e proprie interrogazioni vecchio stile, che inibiscono le capacità di sviluppare un pensiero argomentativo e riflessivo, necessari soprattutto per affrontare la realtà con la consapevolezza dei valori necessari per una cittadinanza piena e responsabile".
Cipriani, che dirige un istituto professionale, è critico anche sulla valutazione , in sede di voto di maturità, sui percorsi ex alternanza scuola lavoro e di educazione civica. " Purtroppo il mondo del lavoro troppe volte è ancora visto come una realtà distante, in conflitto con le attività ordinarie che la scuola propone agli studenti."
Da qui la proposta di percorsi formativi per gli insegnanti basati anche sulla psicologia degli adolescenti e degli apprendimenti, la didattica delle discipline, la valutazione e la valorizzazione delle attività interdisciplinari e di alternanza scuola-lavoro.
" Credo che l’esame di Stato – conclude Cipriani- non sia soltanto un momento certificativo finale delle competenze raggiunte dallo studente, ma debba anche rappresentare una tappa del percorso formativo in cui si dovrebbero gratificare tutti gli alunni, soprattutto quelli che hanno sempre dimostrato serietà, partecipazione, impegno, senso di responsabilità e desiderio di apprendere".
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