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Un atto intimidatorio di chiara matrice politica, che poteva avare conseguenze tragiche. Man mano che passano le ore si delineano con maggiore precisione i contorni dell’attentato incendiario contro la casa di Emilio Paradiso, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale (vedi articolo). Ancora non c’è nessuna rivendicazione per l’inqualificabile atto, ma tra le varie ipotesi che la Digos di Prato sta seguendo, quella privilegiata porta alla pista dei movimenti antagonisti toscani e sarebbe riconducibile ad un precedente screzio avvenuto lo scorso marzo quando un gruppo di antagonisti, provenienti in gran parte da fuori Prato, si scontrarono con i leghisti impegnati in una ronda nelle strade della città.Ad avvalorare questa pista c’è anche quello che racconta Leonardo Soldi, consigliere comunale con delega allo sport: “Proprio ieri – dice – mi era stato detto da un funzionario della Questura di fare attenzione, visto che sui siti internet c’era molto movimento proprio in chiave antileghista e temevano qualche atto da parte di personaggi provenienti da fuori Prato”. A questo proposito Claudio Morganti, europarlamentare e segretario toscano della Lega Nord, sventola un comunicato stampato da Internet e riconducibile alla galassia di movimenti che ruotano intorno ai Carc. Nel testo si indice una manifestazione proprio a Prato il prossimo 6 novembre per contestare il decreto sicurezza voluto dal ministro Maroni, con particolare riferimento ai Cie e alle ronde. “Prato è vista in tutta la Toscana – spiega Morganti – come la città simbolo della Lega: qui siamo forza di governo, abbiamo tre consiglieri comunali, presto un assessore, guidiamo la Commissione Sicurezza. Probabilmente qualcuno ha voluto colpire noi per dare un segnale ma lo ha fatto nel modo più vigliacco: un conto è prendersela con la nostra sede, un altro è andare direttamente a casa di un nostro esponente, danneggiando i beni provati e mettendo a rischio l’incolumità sua e dei familiari”.E che la scorsa notte si sia rischiata la tragedia, si capisce bene dalle stesse parole di Emilio Paradiso, che in queste ore sta ricevendo la solidarietà delle forze politiche e istituzionali. “Erano le 4 e mia moglie si è svegliata per un dolore alla spalla – racconta -. Il tempo di accendere la luce e da fuori ha subito visto il bagliore delle fiamme. Ha iniziato ad urlare, anche perché l’incendio aveva fatto andare in frantumi la parte superiore in vetro della porta e le lingue di fuoco entravano in casa. Mi sono svegliato si soprassalto e l’intera abitazione era già piena di fumo, allora ho aperto le finestre e insieme ai vicini siamo riusciti a spegnere le fiamme con coperte e tappeti. Per fortuna, visto che il tappeto che passava sotto la porta era imbevuto di liquido infiammabile e non so cosa sarebbe successo se il fuoco l’avesse raggiunto…”.Un fatto è comunque certo: chi ha colpito stanotte voleva raggiungere proprio Paradiso. Per arrivare alla porta hanno dovuto infatti scavalcare un cancello; lo straccio imbevuto di liquido infiammabile, poi, era stato arrotolato alla maniglia, in modo che non cadesse. Forse è stata proprio la luce accesa all’improvviso dalla moglie del politico a disturbare gli attentatori che hanno dato fuoco allo straccio abbandonato la bottiglia con dentro ancora una parte del liquido. Adesso sono stati rafforzati tutti i controlli sia davanti alla sede della Lega sia alle abitazioni dei principali esponenti del partito. “Se volevano farci paura – chiude Morganti – è bene che sappiano che noi andremo avanti per la nostra strada. Anzi, questo ci rafforza ancora di più nella convinzione di lavorare per il bene dei nostri concittadini”.
Claudio Vannacci