Lungobisenzio, anche Vannucci “apre” alla cessione: “Al momento è solo un costo per le casse pubbliche”

“Rilanciare lo stadio, e con lo stadio tutta l'area di via Firenze, attraverso un'operazione pubblica o privata che ci consenta quanto prima di restituire alla città un impianto sportivo da troppo tempo chiuso, una nota stonata che va rimossa quanto prima”. E' un ragionamento totalmente sganciato dalla politica quello dell'assessore allo Sport Luca Vannucci che riprende l'idea lanciata ieri su Notizie di Prato dal delegato provinciale del Coni e vicepresidente della Figc Lega nazionale dilettanti Massimo Taiti di vendere lo stadio per consentirne la riapertura dopo tre anni e mezzo di completa inattività (leggi).
“Magari quella di Taiti è una provocazione – il commento dell'assessore Vannucci – ma è lo spunto per rimettere al centro una questione importante come la chiusura prolungata di un impianto che ha una funzione pubblica e che per questo motivo non può stare chiuso per chissà quanto altro tempo ancora. Occorre pensare seriamente al futuro del Lungobisenzio: io non escludo nessuna ipotesi, sono pronto a valutare qualsiasi proposta, qualsiasi idea che possa rimettere in moto lo stadio con benefici per tutta la zona”. Vannucci pensa a un primo rilancio in attesa di un progetto di più ampio respiro: “Con una spesa di circa 35mila euro – spiega – possiamo riaprire il Lungobisenzio e metterlo a disposizione di qualche società che ne abbia bisogno per le sue partite, per organizzare un concerto o un altro evento e in questo modo creare movimento. Nel frattempo dobbiamo creare interesse per la struttura che, non dimentichiamo, vanta una posizione strategica assolutamente invidiabile: a un passo dalla stazione, vicina all'autostrada, a pochi chilometri dall'aeroporto. Penso, per esempio, a certi centri sportivi che sono lontani da tutto e che pure funzionano”.
Una spesa di poche decine di migliaia di euro pare sia sufficiente a dare alla città uno stadio calibrato alle sue massime esigenze che, ad oggi, sono quelle del calcio semiprofessionistico. “Grande disponibilità a discutere di un investimento anche assai più importante se le esigenze dovessero cambiare – il parere dell'assessore – al momento, visto come stanno le cose, penso che su una struttura inutilizzata sia troppo spendere anche un euro”.
Intanto il Comune da tre anni e mezzo sta riversando sul Lungobisenzio la cifra minima che serve a tenerlo in vita: “Spendiamo circa 25mila euro l'anno per il taglio dell'erba e la manutenzione del campo, con l'aggiunta delle bollette e delle altre voci necessarie. Ripeto il concetto: anche un euro è sprecato in questa condizione. La struttura, così come è oggi, è una palla al piede ed è giusto che anche questa, come tutte le altre pubbliche, cammini con le proprie gambe. E' arrivato il momento di smettere di guardare a ciò che è stato e ai motivi per i quali il Lungobisenzio è chiuso da anni, quello che è successo è acqua passata ora dobbiamo risolvere il problema che non è un problema dello sport, del Comune o dell'Ac Prato, ma della città. Vorrei arrivare nel 2024 e consegnare agli amministratori, di qualunque colore politico, una città con un problema in meno. Ogni proposta sarà oggetto di valutazione e, nell'ambito della legge, di tutto si può parlare pur di riaprire il Lungobisenzio”.