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Ha ancora strascichi il clamoro scontro che ha visto contrapposti da una parte Comune di Prato, Pin e Centro Pecci e dall'altra l'artista internazionale Rainer Ganahl. Quest'ultimo ha richiesto il pagamento dell'opera commissionata per il progetto "Rigenerazione Pop-Pop Art", mentre il Comune ha rifiutato categoricamente perchè ritiene che l'opera non sia stata mai realizzata e comunque si definisce non più interessato all'acquisto alla luce della performance che tanto ha fatto arrabbiare la comunità cinese. Alla fine tutto si risolverà con un accordo transattivo per evitare costose carte bollate.
I fatti risalgono allo scorso giugno per il progetto di sicurezza urbana integrata del Comune di Prato, finanziato dalla Regione Toscana per aprire una finestra sulla presunta integrazione tra comunità cinese e comunità italiana al Macrolotto Zero. Rainer Ganahl avrebbe dovuto realizzare l'opera "Please, teach me Chinese – Please, teach me Italian", un disegno grafico stampato da esposizione che il Comune inizialmente avrebbe voluto acquistare concordando un prezzo di 6 mila euro. L'opera però non è mai stata realizzata e in più l'omonima performance artistica andata in scena il 22 giugno ha scatenato un putiferio per la proiezione di video sui blitz delle forze dell'ordine nelle aziende a conduzione cinese. Scelta artistica definita dai promotori "alterata e disattesa" rispetto a quanto concordato.
Imperturbabile Ganahl ha presentato comunque il conto. Il Comune lo ha rispedito al mittente.
Alla fine le parti sono arrivate a un accordo. Ganahl rinuncia ai 6mila euro e si impegna a rimuovere dal web qualsiasi video o immagine relativa alla performance artistica "incriminata" o altro materiale fornito dal Centro Pecci per il progetto; a rimuovere riferimenti al Comune di Prato e agli altri partner; a sollevare gli stessi da qualsiasi richiesta risarcitoria proveniente da terzi per danni subiti a causa dell'utilizzo improprio di marchi e segni altrui in relazione alla performance artistica.
Finisce così il rapporto tra Prato e l'artista austriaco di fama mondiale, nato per suggellare il connubio tra la vocazione contemporanea della città e il suo carattere multiculturale. Visioni diverse sul processo d'integrazione cittadino hanno rovinato il breve idillio. Fortunatamente a costo zero.
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