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Il destino della maggioranza comunale di centrodestra è tutto altro che tracciato: nelle prossime ore le diplomazie saranno al lavoro per tentare di rimettere in carreggiata i rapporti fra la Lega Nord ed il sindaco Roberto Cenni, in preparazione dell’incontro decisivo di lunedì mattina. La base di iscritti e simpatizzanti del Carroccio sostiene il passaggio all’appoggio esterno “cosa ci stiamo a fare in una giunta dove ci dicono sempre di no, senza la possibilità di incidere nelle decisioni?” fanno sapere dalle parti di piazza Ciardi. Il centrodestra pratese, però, è attraversato da più punti di frattura. La Lega, infatti, rappresenta soltanto l’incrinatura di un vetro politico infragilito e pronto ad andare in frantumi alla prima occasione utile. Lo scenario di una fuoriuscita dalla giunta comunale ed il conseguente appoggio esterno potrebbe fornire un impulso decisivo allo sfilacciamento politico nel resto della coalizione di Cenni. Non a caso vividi contrasti trovano il terreno più fertile nel vasto campo del Popolo della Libertà, dove le ultime settimane hanno aggiunto problemi di convivenza figli anzitutto dell’assenza di momenti di dibattito politico. Così, la rottura fra Fini e Berlusconi se portata fino all’irreparabile conseguenza dell’espulsione o della scissione del cofondatore si trascinerebbe dietro anche la probabile fuoriuscita dal gruppo del Pdl di Maurizio Bettazzi e di Fulvio Ponzuoli, i due finiani in consiglio comunale. Una testimonianza eloquente della tensione con la componente finiana c’è stata venerdì sera proprio in consiglio con la presentazione del libro della deputata Souad Sbai “L’inganno – vittime del multiculturalismo” animata dai messaggi anti-radicalismo islamico dell’autrice e di Riccardo Mazzoni, pronti ad infierire sulla proposta di legge benedetta dal presidente della Camera per la concessione della cittadinanza agli immigrati dopo 5 anni di soggiorno. Troppo per un finiano come il presidente del consiglio comunale, Bettazzi che per l’occasione aveva portato Roberta, una ragazza marocchina testimonial della categoria dei nuovi italiani: così, a serata conclusa si è avvicinato a Mazzoni per dirgli a muso duro: “Avete detto delle cazzate, non è corrretto fare generalizzazioni del genere” ricevendo la risposta indignata del deputato pratese: “Maurizio, non puoi attaccare in questo modo un ospite, fra l’altro finiana come te”. Anche l’assessore all’integrazione, Giorgio Silli ha preso le distanze dalla serata, soprattutto quando nel mucchio colpito da Mazzoni e Sbai sono finiti anche i mediatori culturali: “a questo punto chiederò al partito nel coordinamento provinciale di lunedì pomeriggio di prendere una posizione ufficiale sull’immigrazione” ha garantito. A rendere ancora più chiaro quanto la diatriba stia diventando il connotato qualificante del Pdl è stato l’incontro di poche ore prima fra il sindaco, l’assessore Filippo Bernocchi, il capogruppo Roberto Baldi e Riccardo Mazzoni. Netta la divaricazione fra la richiesta di discontinuità sui rinnovi delle partecipate sventolata da Mazzoni e le tesi del sindaco, spalleggiato da Bernocchi. I toni della discussione anche in decibel sono stati alti, fino a raggiungere il livello della recriminazione nelle parole di Mazzoni: “non hai neppure sostenuto la nomina di Biscotti all’Ato, la città chiede un segnale di cambiamento” avrebbe detto il coordinatore a colui, che nel partito è il suo vice vicario Bernocchi, pronto a sua volta a difendere in toto i criteri d’ispirazione per le nomine nei CdA “Riccardo, non possiamo venire meno al bisogno di scegliere persone competenti e professionali”.Il clima di becchettio contagia anche il gruppo pidiellino in consiglio comunale, i mugugni interni verso la gestione del capogruppo Roberto Baldi si moltiplicano. Logico poi correre il rischio di perdere qualche pezzo, come il consigliere comunale Giancarlo Auzzi, sfiorato fin da prima le regionali dall’idea di abbandonare il Popolo della Libertà. I contraccolpi sulla governabilità del consiglio comunale potrebbero rilevarsi significativi per il proseguo della legislatura. Numeri alla mano la politica delle mani libere della Lega Nord da lunedì genererebbe l’assottigliamento della maggioranza da 25 a 22 voti su 41. L’approvazione di ogni delibera finirebbe, così, aggrappata agli umori di un paio di consiglieri comunali. E martedì prossimo potremmo avere un assaggio della nuova stagione sulla delibera di messa a gara della distribuzione del gas naturale, dove potrebbe esplodere il distinguo leghista “in commissione l’ho approvata con riserva” precisa il capogruppo padano, Paradiso “adesso voglio approfondire la questione, di certo non voglio affidare alla speculazione un servizio primario”.
Carlandrea Adam Poli