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Licenziamenti Pecci, cresce la rabbia dei lavoratori mentre la Regione convoca il Cda


Stamani l'assemblea ha decretato lo stato di agitazione. Sit in davanti al museo promosso da Cgil e Uil. I vertici della Fondazione chiedono ai sindacati di aprire un confronto


Redazione


“Non si risana il Pecci sulle spalle dei dipendenti”. Lo scrivono Cgil e Uil su uno striscione al sit-in al termine dell'assemblea dei lavoratori che stamani, 4 settembre, all'unanimità, ha decretato lo stato di agitazione per i licenziamenti in tronco notificati la scorsa settimana a due dipendenti, senza il necessario percorso sindacale.
Due le novità arrivate stamani. Il cda del Pecci ha contattato i sindacati per avere una data per mettersi seduti attorno a un tavolo, chiedendo solo che l'incontro venga effettuato dopo il 12 settembre. “Un fatto importante – spiega Alessio Bettini della Funzione pubblica Cgil – perchè significa ristabilire le normali relazioni sindacali. Una cosa deve essere chiara, in quella sede i due licenziamenti vanno revocati, altrimenti la nostra battaglia prosegue”.
La seconda novità riguarda un altro incontro. E' stato convocato dalla Regione, in qualità di socio pubblico insieme al Comune, per il pomeriggio del 21 settembre, ed è rivolto al cda del Pecci e ai sindacati. Sindacati che hanno già chiesto di poter anticipare mentre il presidente del cda, Lorenzo Bini Smaghi, vorrebbe far slittare l'incontro al giorno dopo. Nel frattempo la battaglia prosegue: “Non possiamo permettere che un ente culturale partecipato dal pubblico e finanziato con risorse pubbliche, – afferma Patrizia Pini della Fp Uil – licenzi in tronco il personale senza seguire i percorsi sindacali previsti dal contratto in nome di problemi di bilancio non chiari e su cui aspettiamo più di una risposta da tempo”. Risposte che dovrebbero arrivare dalla seduta della commissione Controllo e garanzia che il presidente Leonardo Soldi ha annunciato di voler convocare d'urgenza. Ancora non c'è una data, molto dipende dalla disponibilità del presidente del cda Bini Smaghi.
Lo stato di agitazione proclamato oggi dà il via anche a una serie di manifestazioni e presidi che saranno comunicati nei prossimi giorni. Non si esclude nulla, neanche la data dell'8 settembre, festa della città e quindi per questo con una visibilità particolare. Altro momento simbolico potrebbe essere l'inaugurazione della nuova mostra prevista a fine mese.
Resta in piedi anche il percorso giudiziario. I due licenziamenti infatti, sono stati impugnati per comportamento antisindacale.
Presente al sit-in di stamani il segretario provinciale del Pd, Marco Biagioni: “Chiediamo che vengano immediatamente ritirati i due licenziamenti decisi dal consiglio di amministrazione della Fondazione. Si deve fare un passo indietro, aprire subito una trattativa con i sindacati e attivare il tavolo di confronto con Comune e Regione per esplorare tutte le possibili soluzioni. Non più tardi di due mesi fa il presidente Bini Smaghi aveva rassicurato la commissione Controllo e Garanzia del Comune di Prato sulla possibilità di chiudere in pareggio il bilancio 2023. Ci chiediamo cosa si accaduto in poco più di un mese per arrivare alla decisione di licenziare due dei 18 dipendenti. In ogni caso, è inaccettabile che i problemi di un ente così importante, sostenuto da ingenti contributi pubblici, debbano ricadere in questo modo su lavoratrici e lavoratori”.

(e.b.)
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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