Alla vigilia dell’incontro in Regione tra i vertici del Pecci, i sindacati e il Comune di Prato, sui due licenziamenti notificati a fine agosto per far quadrare i conti, l’assemblea dei lavoratori lancia un appello ai soci della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, Comune e Regione. Lo fa sulla scia della “fumata grigia” con cui si è chiuso il primo incontro, quello tra i sindacati e il direttore del Pecci che sul ritiro immediato dei licenziamenti, ha passato la palla “infuocata” proprio all’incontro di domani, 21 settembre, tra soci e cda. “Crediamo che nessun piano di risanamento possa legittimare il licenziamento dei nostri due colleghi e vogliamo sottolineare come non rinveniamo nessuna programmazione o chiarezza progettuale nella direzione che il Centro Pecci continua a perseguire in questo momento. Ciò che ci è dato vedere è che sono state prese delle decisioni che hanno condotto all’attuale crisi finanziaria, perché una debolezza strutturale è si rintracciabile, ma un disavanzo di tale portata non è stato mai vissuto dal museo, quantomeno dagli anni del suo ampliamento, il 2016. Come dipendenti del Centro Pecci abbiamo chiesto che i soci della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana prendessero una posizione, e ottenuto un incontro per il quale ringraziamo Comune e Regione. Siamo tuttavia estremamente preoccupati da quanto leggiamo quotidianamente nei giornali – accordi evidentemente sfavorevoli per la Fondazione, possibili esborsi per cause legali – e per l’attuale gestione quotidiana del personale e dell’attività del museo. Per questo torniamo a rivolgerci ai soci pubblici quali garanti di un patrimonio che non può essere disperso, perché svolgano il loro ruolo di controllo e indirizzo e prendano tutte le decisioni indispensabili a tutelarlo”. Il riferimento va agli accordi extragiudiziali con l'ex direttrice Perrella, sul fronte penale e del diritto del lavoro, e una causa di lavoro ancora in corso con un ex dipendente, ma anche all'accordo con i gestori del ristorante del Pecci, siglato un anno fa per chiudere un contenzioso in cui entrambe le parti contestavano inadempienze.
Ieri, inoltre, l’assemblea dei lavoratori, ha dato mandato all’unanimità a Cgil e Uil di comunicare in prefettura lo stato di agitazione. Atto propedeutico all’indizione dello sciopero del 28 settembre, quando è prevista l’apertura della nuova mostra al Pecci. L’esito dell’incontro di domani sarà determinante per capire se tale minaccia si tradurrà in realtà.
Licenziamenti al Pecci, l’appello dei lavoratori ai soci pubblici: “Tutelino il patrimonio dell’ente”
Domani il vertice in Regione alla presenza dei sindacati e del cda. I dipendenti sono pronti allo sciopero in occasione dell'apertura della nuova mostra se i due licenziamenti non saranno ritirati
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