Dalla sera del 2 novembre il Cammino dell'acqua a Montemurlo non esiste più; l'esondazione del Bagnolo ha completamente cancellato il tracciato e modificato il paesaggio, a partire dalle cascatelle che sono praticamente sparite. Una vita breve, quella del sentiero, che è stato inaugurato lo scorso maggio e da allora battuto da tantissime persone.”Proprio per questo motivo – ha spiegato l'assessore all'ambiente Alberto Vignoli – abbiamo presentato un nuovo progetto per il bando di Publiacqua, la nostra idea è di fare un tracciato ancora più lungo e con un anello”. Una richiesta di finanziamento di 9mila euro cofinanziato dall'amministrazione.
A macchia di leopardo, come è stato l'alluvione, in tutta la provincia ci sono stati danni sui sentieri e anche in questo frangente si è mossa la macchina del volontariato con le numerose associazioni di trekking presenti sul territorio. La Banda dei Malandrini, oltre a collaborare al nuovo progetto del Cammino dell'acqua, ha iniziato a mappare tutte le frane dei sentieri. “Un lavoro di rete – spiega Alessio Parauda – che evidenzia come il nostro territorio sia cambiato. Ci sono sentieri che sono fortemente danneggiati come quello della cascata di Massacorbi (CAI 412d) ostruito da alberi e sassi e la strada panoramica che raggiunge Casa le Cave. Qui c'è bisogno di manutenzione straordinaria per sistemare il passaggio, ad oggi bloccato in più punti da piccole frane”. L'affascinante sentiero dei Tabernacoli è stato invece ripristinato dall'associazione Acquerino Cantagallo che ha anche provveduto a sistemare quello che da Bifolchi arriva a Casa Bastoni, strada utilizzata anche dai mezzi di soccorso in caso di necessità. Sempre sul versante della Riserva è compromesso il sentiero 416a che porta verso il Mulin dell'Almanacco da Migliana e come la Via delle Cavallaie quando si sale con mezzi a motore. In campo anche l'associazione Vaiano Bike, che sta monitorando tutti i sentieri percorribili in bici
“Sopra l'abitato di Schignano – spiega Michele Giannotti – fino a valle si sono verificate diverse frane anche di notevole che hanno causato delle ferite in grado di modificare definitivamente il territorio rispetto a come eravamo abituati a conoscerlo”.
Ovviamente anche il Cai si è attivato monitorando le criticità di diversi sentieri a partire da quello di Riobuti che ora va percorso con ancora più attenzione.
Non solo un patrimonio naturalistico, ma anche storico che è stato danneggiato e rischia di essere perso: “Molte mete famose – spiega Riccardo Barni – sono state colpite dalla furia dell'acqua come , la Via Maremmana tra Prato e Valibona e molti muri a secco che fanno da testimoni del secolare lavoro sono perduti e il restauro si presenta difficile anche per la mancanza di capacità artigianale”. Anche l'amministrazione comunale di Prato che tanto ha investito nei percorsi turistici segue con attenzione il cambiamento morfologico “La via della Lana e della Seta – spiega l'assessore al turismo Gabriele Bosi – non ha subito danni, mentre per tutti i sentieri gestiti dal Cai, con cui abbiamo una convenzione, stiamo monitorando la situazione per poi intervenire in prospettiva della bella stagione”.
Di seguito un primo elenco dei sentieri colpiti dall'alluvione e 440 fondo consumato fino a Campo al Prete, 440B smottamenti all'incrocio con il 440A, 442 problemi attorno a monte Cagnani, 446B strada per passo della Croce non transitabile con mezzi; 446 e 446A percorribili lato Val di Bisenzio, sentiero 448 per smottamento a inizio salita.
L’alluvione stravolge la mappa dei sentieri, addio al Cammino dell’acqua di Montemurlo
L'esondazione del Bagnolo ha cancellato il percorso inaugurato a maggio, danni anche alle Cavallaie e ai Faggi di Javello. In campo le associazioni di trekking a fianco delle amministrazioni
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