Alto come un palazzo di cinque piani, enorme con due elettrodotti di servitù aerei e due interrati, così si potrebbe presentare la proposta di Terna di realizzare una stazione di conversione al Fabbro. Per ora, è solo un' ipotesi, la simulazione è il frutto del rendering elaborato dal gruppo "Non vogliamo la Stazione Terna al Fabbro Moschignano", ma potrebbe diventare una realtà: ad oggi l'unico progetto presentato è quello di Savignano, ma in occasione dell'open day che si è tenuto i primi di febbraio a Vaiano, Terna ha fatto intendere che è orientata a spostare il progetto al Fabbro.
Se così fosse i residenti sono pronti a battersi per evitare la realizzazione di quello che definiscono un “ecomostro improponibile”. All'incontro di ieri 20 febbraio al circolo erano più di 150 e hanno ricevuto il supporto del sindaco di Cantagallo Guglielmo Bongiorno e del comitato Nosev, che ha già fatto la sua battaglia per la zona del Pozzino.
Il primo progetto su Savignano, è stato spiegato ieri sera, rimane l'unico in pista, tuttavia si fa largo la proposta di una variante di progetto, quella di Moschignano, che quando verrà presentata ufficialmente farà decadere il vecchio progetto. “A questo punto- spiegano gli organizzatori della riunione- avremo pochi giorni per contestare la realizzazione nelle sedi competenti, dopodiché, se niente accadrà, Terna potrà costruire la sua stazione”.
Per evitare la costruzione la strada è quella di presentare il maggior numero di osservazioni che, ad esempio, partono dal capire se la stazione serve veramente, visto che il progetto è ormai vecchio di quasi dieci anni, e ancora se è veramente necessaria per ragioni di pubblica utilità, oppure se su un territorio a prevalente copertura boschiva (Vaiano-Cantagallo-Vernio) non ci sia un altro sito di destinazione lontano da centri abitati e infine quali potrebbero essere i rischi per la salute.
Il gruppo che si oppone al progetto di Terna, è anche preoccupato che le scelte siano già state fatte e che quindi “si continui a stuprare una valle che in passato è stata cementificata e poi abbandonata dall' industria ed è sede di un depuratore che tutti noi residenti storici abbiamo sempre definito inutile”. Da qui la chiamata alle armi “A nostro avviso – spiegano i promotori della battaglia- sarà una guerra dura e assai difficile, che solo con impegno continuo, iniziative, proposte e partecipazione attiva di tutti potremo vincere”.
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