Da simbolo della Prato che scommette sull'arte contemporanea a ammasso di pezzi abbandonati in un campo, coperti da teli che anni e intemperie hanno consumato. Da cartolina di benvenuto in città a materiale per un'inchiesta: quella che la procura ha aperto per far luce sul destino di 'Prato 88', la famosissima mezzaluna dello scultore Mauro Staccioli che, dopo un lungo peregrinare in attesa di una nuova collocazione, è stata smontata e 'appoggiata' su un terreno in uso al Comune, nel Macrolotto 1. Il fascicolo aperto dalla procura è un modello 45, vale a dire un'indagine su un fatto che non costituisce reato, condizione che potrebbe eventualmente cambiare dopo gli accertamenti ordinati al nucleo di polizia giudiziaria della Municipale. Si tratta di ricostruire tutta la vicenda: non tanto quella dell'opera che la famiglia Pecci donò al museo in ricordo di Luigi, e nemmeno il trascorso degli ultimi tempi, da dopo cioè che la mezzaluna fu rimossa dal piazzale del Pecci in vista dei lavori per la realizzazione del nuovo centro espositivo ad oggi, quanto l'ultimo scorcio che di fatto ha trasformato la scultura in un rifiuto. Ecco, la procura, salvo che le indagini prendano una piega diversa, potrebbe, nel caso, ipotizzare il reato di abbandono incontrollato di rifiuto.
A sollevare l'abbandono è stato qualche settimana fa Luca Soldi, consigliere del circolo di Cafaggio, attivista impegnato soprattutto sulle tematiche ambientali. Una denuncia pubblica che non è passata inosservata alla procura che ha deciso di capire meglio la questione e l'impatto dei pezzi della mezzaluna sul terreno.
“Sono tornato oggi a verificare le condizioni della nostra Prato 88 – dice Soldi – tutto mi pare come qualche settimana fa quando ho tirato fuori l'argomento: sporcizia, rifiuti, cancelli aperti a tutto e a tutti e i famosi teli che dovrebbero custodire dalle intemperie, lasciati al caso. E' ancora la stessa offesa alla bellezza, a quell'opera d'arte, a quel biglietto da visita che un tempo ormai lontano stava a indicare lo spirito della città”.
'Prato 88' è un'opera gigantesca: ferro e cemento, 34 metri di lunghezza e 12 di altezza. Mauro Staccioli, scomparso nel 2018, dettò al Comune le condizioni dopo il 'trasloco' dal Pecci: la nuova collocazione doveva essere in prossimità del nuovo museo, il più possibile vicino anzi. Il trasloco risale a 2005: in un primo momento la mezzaluna fu appoggiata lungo la Declassata, poi ospitata nel piazzale dell'azienda Biagioli, in via Panziera, infine, più o meno tre anni fa, spostata nel Macrolotto 1, in via Toscana, sul terreno che per anni è stato il campo della squadra di rugby della Polisportiva Aurora. Anche Artribune, un po' di tempo fa, accese i riflettori sulla mezzaluna fatta a pezzi, ricordandone la storia e esprimendo preoccupazione per la sua sorte con piglio critico nei confronti di annunci mai concretizzati e pastoie burocratiche.
Il destino dell'opera di Staccioli è arrivato in Consiglio comunale qualche giorno fa: l'assessore alla Cultura, Simone Mangani, ha detto di voler riportare alla luce 'Prato 88', sottolineando però lo scoglio – circa 200mila euro – per il recupero e la ricollocazione. La Fondazione Cassa di Risparmio di Prato è subito arrivata in soccorso: soldi, ma anche collaborazione fattiva per restituire dignità all'indimenticato simbolo. “C'è già stato un incontro con il Comune – dice la presidente, Diana Toccafondi – l'idea è formare una cordata di soggetti che possano occuparsi dell'opera e darle una nuova vita, magari anche attraverso il crowdfunding”. Idee abbastanza chiare anche sul posizionamento: “C'è uno studio in corso – ancora Toccafondi – dove? Davanti al Pecci”. Naturalmente.
La mezzaluna del Pecci finisce in un campo, la procura apre un’inchiesta
'Prato 88', opera d'arte dello scultore Mauro Staccioli, è stata smontata e messa in un vecchio campo di rugby nel Macrolotto 1. In corso le indagini del nucleo di polizia giudiziaria della Municipale. Intanto si cerca una soluzione per dare nuova vita a quello che è stato un simbolo per la città. L'impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato che ha già incontrato il Comune
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