Il progressivo abbandono del Macrolotto Zero e del centro storico da parte degli italiani a favore degli stranieri, cinesi in particolare, la crescita delle aree periferiche, la riscoperta di aree oggetto di spopolamento a causa di un mercato immobiliare con prezzi elevati come viale Galilei, la fuga da alcune zone centrali e periferiche, ma soprattutto la "diaspora" degli italiani che solo in parte vengono compensati da nuovi arrivi.
Fotografa tutti i movimenti (interni, in entrata e in uscita) registrati negli ultimi 30 anni dalla popolazione di Prato il focus dell'Atlante demografico realizzato e pubblicato dall'Ufficio statistica del Comune. Si tratta di dinamiche note a chi vive e conosce la città e le sue caratteristiche, ma che attraverso questo studio acquisiscono rigore scientifico.
In generale, i dati evidenziano la grande vivacità della popolazione residente che cresce e si muove ridefinendo continuamente il profilo del territorio che la ospita. Un dinamismo legato a doppio filo ai flussi migratori che spesso condizionano anche le scelte degli italiani che si spostano altrove e che solo in parte vengono compensati da nuovi arrivi.
Il trentennio esaminato va dal 1992 al 2021, diviso per singolo decennio. Il secondo, è quello in cui si registra l'impennata dei flussi e del saldo migratorio e si accentuano tutti i fenomeni emersi nel primo decennio. Negli ultimi dieci anni invece, la demografia cittadina mostra un profilo più stabile con una crescita frenata dalla riduzione del saldo naturale e dalla flessione del saldo migratorio; gli spostamenti interni invece sono in costante crescita seppur con un ritmo meno serrato dettato anche dalla pandemia. Vediamo dunque le dinamiche specifiche dei singoli decenni.
1992-2001.
Le zone che attratto più popolazione sono state quelle a sud della declassata e cavallo della tangenziale (Casale, Tobbiana, Vergaio, San Giusto, via Turchia), la zona sud , Borgonuovo, via Filzi, via Pistoiese, Purgatorio, zona Stadio, piazza Europa.
In questo periodo inizia la fuga da viale Galilei e dalla zona a nord di Chiesanuova (eccetto Santa Lucia e Villa Fiorita). Si registrano più partenze che arrivi anche in alcune zone a cavallo della ferrovia, Narnali, il Guado, dal Cantiere alla Stazione centrale e Sacra Famiglia.
Guardando solo alla popolazione italiana si registrano saldi negativi in centro, nei macrolotti, a San Paolo, viale Galilei, Guado, viale Repubblica-Catani, mentre sono positivi in zona stadio, Il Pino, a sud e a est della città.
Gli stranieri, che negli anni Novanta aumentano progressivamente fino a quintuplicarsi e a superare le diecimila unità, scelgono il centro storico e dintorni (Macrolotto 0, via Bologna, Purgatorio e piazza Europa), Macrolotto 1 via Fiorentina.
2002-2011
In questo decennio la mobilità sul territorio è massima e come detto si accentuano i fenomeni emersi nei precedenti dieci anni. Il saldo migratorio straniero è il più alto del trentennio con un incremento di 16mila persone. Per la popolazione italiana il saldo migratorio esterno diventa negativo. Significa che sono stati più gli italiani andati via che quelli arrivati. In particolare nel primo decennio il saldo è stato positivo di 2.200 unità mentre in quello successivo è sprofondato di 5.477 unità. Una tendenza accentuata nel decennio che si è appena chiuso con un saldo negativo di 6.850 unità. Quello degli stranieri invece è sempre stato positivo ed è andato crescendo più che raddoppiando: 7.620, 15.865 e 16.231.
Gli italiani, in particolare hanno abbandonato le zone diventate a forte presenza cinese come il Macrolotto 0 e in generale tutta la parte centrale, fatta eccezione per la fetta di centro storico vicina al vecchio ospedale, Soccorso, prima parte di via Bologna. I saldi sono rimasti positivi nella zona Est e San Giorgio a colonica, in forte espansione in questo decennio, Tavola e via Traversa Pistoiese. In generale le zone periferiche registranoi maggiori flussi in entrata degli italiani.
Particolare il caso dell'area attorno a viale Galilei dove in questo decennio si registra uno spopolamento che trascende dalla cittadinanza delle famiglie che la abitano. Gli esperti spiegano il fenomeno legandolo a un periodo transitorio in cui i prezzi delle case sono elevati ma la capacità attrattiva è minore rispetto ad altre zone. Male anche altre zone lungo il Bisenzio, le Badie, via di Gello.
2012-2021
I fenomeni precedentino si attenuano. Le scelte residenziali sono meno polarizzate consentendo uno sviluppo più equilibrato del territorio. Nessuna area risulta esposta a uno spopolamento grave. Grazie al parco fluviale, la zona di viale Galilei, torna ad attirare residenti la riqualificazione di San Martino, Coiano e Santa Lucia porta a registrare più arrivi che partenze. Le aree di immigrazione storica si confermano zone di approdo per gli stranieri che che scelgono Prato come città d'insediamento. Si registrano poi movimenti interni verso aree più periferiche con poca presenza straniera quali Casale, Galciana, Capezzana e le Macine. Sommando movimenti interni ed esterni, si hanno saldi molto positivi in tutte le zone a destra della tangenziale, da via Liliana Rossi a vioa Cava, e attorno alla declassata fino al Macrolotto 2 a cui si sono aggiunte Fontanelle, Tavola, Iolo, Tobbiana e Narnali.
Come detto, peggiora il saldo tra partenze e arrivi degli italiani. L'unica zona con saldo positivo, rispetto all'esterno, è quella centrale vicino all'ospedale vecchio. Rispetto ai movimenti interni, sono attrattive la zona nord, il centro antico, Tavola, Iolo Sant'Andrea, Vergaio, Capezzana, Galciana e Narnali. Sommando movimenti esterni e interni (foto), si hanno saldi positivi in centro storico, nelle zone a nord e est, ma anche l'inesorabile abbandono della zona a ovest del centro storico tra la ferrovia e la declassata e la fuga da Fontanelle, dalla zona nord di Iolo, da Chiesanuova e da viale Marconi.
La “fuga” degli italiani da Prato: negli ultimi 20 anni il saldo migratorio è positivo solo per gli stranieri
E' quanto emerge dal focus che l'Atlante demografico del Comune di Prato ha dedicato al trentennio 1992-2021. Ecco come è cambiata la città decennio per decennio
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(e.b.)
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