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Fresca di stampa l’edizione 2010/2011 del Diario della Pace, l’agenda realizzata grazie all’impegno dell’associazione Don Lorenzo Milani, al sostegno della Provincia e alla collaborazione del Cesvot e dei Comuni del territorio provinciale, è stata presentata questa mattina a palazzo Buonamici dall’assessore a Sociale e Pace Loredana Ferrara e da Paolo Barbieri dell’associazione Don Milani. Il diario sarà distribuito alle scuole medie inferiori e superiori della provincia.“Quando ho visto i bozzetti che gli studenti dell’indirizzo grafica dell’Istituto Datini avevano preparato per realizzare il diario di quest’anno sinceramente non ho voluto scegliere e abbiamo deciso di far scegliere i ragazzi stessi attraverso Facebook – ha raccontato l’assessore Ferrara – Il diario della pace per la Provincia è un simbolo, ma al tempo stesso uno strumento concreto in cui crediamo molto. L’anno prossimo stiamo già pensando ad affiancarlo con un progetto per le scuole dedicato ai percorsi di pace, che prenda in esame i conflitti attuali e rifletta sulle ragioni della pace e sul come realizzarla”.Una margherita e un profilo di donna sono i protagonisti della copertina 2010-2011 del Diario della pace. L’hanno scelta, come si diceva, gli stessi studenti su Facebook, tra 19 proposte elaborate dalla classe 4 Agr dell’istituto Datini di Prato. Il Diario della Pace è un progetto nato diversi anni fa (inizialmente si trattava di un calendario) grazie all’impegno dell’associazione Don Lorenzo Milani, al sostegno della Provincia e alla collaborazione del Cesvot e dei Comuni. Ogni anno viene selezionata una scuola superiore della provincia per realizzare il progetto grafico del diario, con un forte impegno e professionalità degli studenti e degli insegnanti che li seguono.L’associazione Don Milani, i cui volontari si occupano proprio di assistenza e sostegno agli studenti in difficoltà, segue anche, soprattutto in Val di Bisenzio, le donne straniere residenti sia nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana sia favorendo percorsi di integrazione, tanto che spesso gli stessi utenti diventano poi volontari.