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Erano gli ultimi giorni del novembre 2006 quando le immagini di Alexandr Sasha Litvinenko morente in un letto d’ospedale di Londra fecero il giro del mondo, provocando sdegno e paura in tutto l’occidente. L’uomo, successivamente morto per avvelenamento da polonio 210, era l’informatore segreto della Commissione Mitrokhin, che verrà sciolta nello stesso anno. Stasera, 8 gennaio alle ore 21, nei locali della nuova Biblioteca Lazzerini di Prato si terrà l’incontro, condotto da Stefano Coppini, con Paolo Guzzanti, senatore, giornalista e presidente dell’allora Commissione Mitrokhin. Il giornalista commenterà le pagine del suo libro “Il mio amico Sasha. La Russia di Putin e l’Italia di Berlusconi ai tempi della seconda guerra fredda” e racconterà la sua versione in merito a questa vicenda di cui certamente non conosciamo tutta la verità.L’attentato a Litvinenko (perché di attentato stiamo parlando), sancisce una svolta epocale nella storia del mondo e, a detta dello stesso Guzzanti, rappresenta una delle operazioni più perfette del Kgb dopo la fine della Guerra Fredda e uno degli scandali più clamorosi del secondo dopoguerra. “Sasha” è solo il primo di una lunga lista di morti che suggellarono l’inizio di un nuovo poliedrico conflitto combattuto contro l’occidente. Una ridda di omicidi, si pensa ordinati proprio dall’allora presidente russo Vladimir Putin, che fermarono il corso della verità e riuscirono a bloccare i lavori della Commissione italiana intitolata a Vasilij Nikitic Mitrokhin, che risolse molti misteri tra cui il tentato omicidio di Papa Giovanni Paolo II e l’assassinio di Aldo Moro. Una storia piena di sfumature e di ombre, in cui interessi politici ed economici si intrecciano e compromettono legami di civiltà e di pace (senza entrare nel merito della vicenda e parlare di accordi per forniture di gas, guerra in Ossezia o altro). E stasera Paolo Guzzanti sicuramente dipanerà molti dubbi di tutti noi e delineerà una storia che i media hanno ignorato per troppo tempo.
Elia Frosini
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